ANNO 25 n° 88
Foto precedente
Foto successiva
Papa Francesco, ''la mano de Dios''
L'argentino Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, gesuita, arcivescovo di Buenos Aires è il 266° Pontefice della chiesa cattolica (Foto)

VITERBO – Ha subito stabilito una serie di primati il nuovo Papa: è il primo sudamericano e il primo gesuita a diventare successore di san Pietro, ed è il primo Papa che prende il nome di Francesco. Subito dopo l’annuncio dell’habemus Papam si è affacciato dalla loggia della basilica vaticana indossando solo l'abito bianco, senza paramenti sacri, e ha salutato le decine di migliaia di fedeli accalcati in piazza, sotto la pioggia, con un semplicissimo ''buona sera''. Nel suo breve discorso non si è mai definito Papa ma vescovo di Roma. Altra novità assoluta, si è chinato sulla balaustra e ha chiesto ai fedeli di pregare in silenzio per invocare la benedizione di Dio su idi lui. Tra l'altro, è anche il primo non europeo, dal medioevo in qua, a salire il soglio pietrino. E ancora, è il primo Papa, da vari secoli, che viene eletto mentre il suo predecessore è ancora in vita.

E’ stato un comportamento poco ''protocollare'', al limite del rigido cerimoniale vaticano, quello di Jorge Mario Bergoglio, 76 anni, da 15 arcivescovo di Buenos Aires, di origini italiane, divenuto il 266° Papa della storia, che ha subito conquistato i fedeli i quali, a parte un nutrito gruppo di argentini con tanto di bandiere, erano rimasti ''sospesi'' all’annuncio della sua elezione, in quanto il suo nome non era quasi mai comparso tra i ''papabili''.

Considerato un ''progressista'' e un paladino dei poveri, a Buenos Aires viveva in un umile appartamento e viaggiava solo in metropolitana e in pullman, Papa Bergoglio ha quindi mostrato tratti in linea con il nome che si è dato, con evidente riferimento a San Francesco d’Assisi ma anche a San Francesco Saverio, uno dei fondatori dei gesuiti.  E' stato eletto dal Conclave al quinto scrutinio, convocato dopo  la storica rinuncia di Benedetto XVI.

 Ma il suo non è un nome del tutto nuovo. Già nel Conclave 2005 era stato uno dei 'papabili': anzi risultò il vero, principale rivale di Joseph Ratzinger, cui ora, inaspettatamente, è secceduto. E lui, nel suo primo saluto al mondo dalla Loggia di San Pietro, sottolineando di sentirsi come se i 'fratelli cardinali' siano andati a prenderlo 'quasi alla fine del mondo', ha voluto pregare per Benedetto XVI, chiamandolo 'il nostro vescovo emerito'.

Papa Francesco è stato eletto in un Conclave che non le vedeva tra i favoriti, in cui si puntava su nomi come il cardinale di Milano Angelo Scola, quello di San Paolo Odilo Pedro Scherer, oppure il canadese Marc Ouellet o gli statunitensi Timothy Dolan e Sean O'Malley. I fronti contrapposti, annullandosi a vicenda, come è successo con i 'pacchetti' di voti di Scola e Scherer, hanno prodotto però un esito sorprendente, che in ben pochi attendevano. 

E ora c'é chi è pronto a scommettere che Papa Francesco farà pesare come un macigno il suo spirito riformista sulla Curia vaticana e su molti episcopati troppo ''mondani''. ''Sbalordirà il mondo'' ha commentato il priore della comunità di Bose Enzo Bianchi, amico di vecchia data del nuovo pontefice.

Facebook Twitter Rss