ANNO 25 n° 118
'Lo sciopero lo lascino a chi ne ha bisogno'
13/09/2010 - 12:16

Riceviamo e pubblichiamo:

“Vogliamo essere equiparati a tutti gli altri lavoratori e non essere più trattati come oggetti. I presidenti mettono in discussione gran parte delle conquiste e dei diritti umani”.

Con questo annuncio proferito dal portavoce dei calciatori italiani, abbiamo appreso che, da parte di questi, sarà attuato uno sciopero programmato per i giorni 25 e 26 settembre prossimi. A voler avviare una forma di protesta così forte e storicamente prerogativa della “classe operaia” di ieri e dei salariati di oggi, sono proprio loro, sì, i nostri amati campioni del pallone, sempre più protagonisti di tante avventure coronate dal successo e dalla fama, da quella popolarità riconosciuta a suon di ingaggi e di compensi milionari, tanto da consentire guadagni che, di media, si attestano intono al milione e mezzo di euro a stagione (circa tre miliardi delle vecchie lire).

Voler essere paragonati a tutti gli altri lavoratori, così come dichiarato dai calciatori a sostegno della propria lotta sindacale, denota una preoccupante distanza dal mondo reale, da quel mondo che, tutti i giorni e sempre di più, coinvolge migliaia e migliaia di lavoratori in ogni sorta di difficoltà e di insicurezza per il futuro. Ecco perché tale notizia andrebbe ascritta nella classifica dei primati goliardici o rappresentare un buon motivo di discussione nelle osterie paesane, magari nella consapevolezza che, in fondo, una o due giornate di sciopero dei nostri calciatori, di certo, non faranno perdere il sonno a nessuno. Ma il gravissimo incidente sul lavoro accaduto a Capua, nel Casertano, dove tre operai sono morti mentre stavano lavorando alla bonifica di una cisterna di una ditta farmaceutica, gettando nella disperazione le loro famiglie e nello sconforto tutto il mondo del lavoro, ci riporta alla drammatica realtà che ci fa assaporare ancora una volta l’amarezza di una tragedia che poteva essere evitata semplicemente attuando le procedure e la prevenzione che sono necessari per dimostrare concretamente il rispetto della vita umana.

Chissà se Franklin Lobos, ex calciatore professionista negli anni '80, uno dei 33 minatori intrappolati da molti giorni nella miniera di Copiapò, in Cile, approverebbe l’iniziativa dei nostri calciatori che vogliono scioperare per essere trattati come tutti gli altri lavoratori. Come tantissimi cittadini italiani, credo nello sport, credo nella lealtà e nel coraggio degli atleti, credo nella loro umanità e nella voglia di riscatto per il proprio Paese e, forte di questo convincimento, invito i nostri campioni a rinunciare alla loro singolare forma di lotta, revocando lo sciopero programmato, per la memoria ed il rispetto di coloro che sono morti sul lavoro o che, ancora, respirano affannosamente, imprigionati nelle profondità della terra per guadagnarsi salari da sopravvivenza per se stessi e per le proprie famiglie.

Tale atto di sensibilità, si dimostrerebbe un gesto di grande valore umano e sportivo da parte dei nostri calciatori, ai quali sarà riconosciuto il titolo di “campioni del mondo” per umanità e solidarietà” nei confronti di chi ha bisogno dello sciopero per richiamare l’attenzione sulle sue povertà esistenziali.

IL CONSIGLIERE COMUNALE GRUPPO UDC

( Roberto Talotta )




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