ANNO 25 n° 117
Viterbo, la sconosciuta del centro Italia
Una classifica inglese colloca il capoluogo tra le realtà meno note del Paese
06/07/2014 - 12:13

di Alessandra Pinna

VITERBO – La città dei Papi nella classifica delle più belle e sottovalutate città del centro Italia. A posizionarla nella bizzarra classifica è stato il sito inglese che si occupa di arte, cultura, moda, viaggi e curiosità swide.com, che definisce Viterbo ‘’splendida meta che merita la vostra attenzione’’. Come dire: finora non è che sia stata una meta molto frequentata dai turisti.

Il viaggio virtuale del sito è partito da nord dello Stivale, passando per le destinazioni che i viaggiatori solitamente ignorano, fino ad arrivare al sud. Ecco allora che, nella classifica del centro Italia la città dei Papi si posiziona nel gradino numero nove, dietro Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Arezzo, Lucca, Siena, Urbino e Orvieto e davanti soltanto a Chieti. Magrissima consolazione.

‘’La città dispone di un centro storico circondato da mura medievali, ancora incredibilmente intatto, costruito nel corso dell’XI e XII secolo. – si legge nell’articolo corredato dalle foto di piazza San Pellegrino e del Palazzo dei Papi - La sua attrazione principale è il bellissimo Palazzo dei Papi (palazzo papale). L'altro importante monumento è la Cattedrale di San Lorenzo (che ospita il sarcofago di Papa Giovanni XXI). Altri monumenti sono il Palazzo Comunale, il Palazzo del Podestà e il Palazzo della Prefettura, che affaccia sulla centrale Piazza del Plebiscito’’.

La classifica, pur elogiando le bellezze della città dei Papi, lascia comunque un retrogusto amaro. Nonostante il suo fascino, infatti, risulta incredibilmente trascurata dalle mete dei turisti e, come recita appunto il titolo dell’articolo, sottovalutata. Non è dato sapere se sia colpa degli stessi turisti distratti, superficiali o attratti da altre destinazioni più pubblicizzate, oppure se la colpa vada attribuita anche ai viterbese, che poco o nulla fanno per promuovere le bellezze e l'immagine della loro città. Già, chissà da dove arriva questa ''sottovalutazione''...

A sostegno di questa seconda ipotesi (colpa dei viterbesi) basta farsi un giro sui social network per assistere alla gara a chi pubblica più aiuole secche o sacchetti dell’immondezza – manco fosse uno sport olimpionico con un premio in palio – e i commenti sulle iniziative che cercano di esportare il nome di Viterbo fuori dalle mura sono talmente tanti che si potrebbe scrivere un libro. Il classico disfattismo che non muore mai. E poi non ci lamentiamo se finiamo in classifiche come queste.




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