ANNO 25 n° 89
Villa Rosa, a rischio 75 posti di lavoro
L'Usb: ''Per evitare i licenziamenti la proprietà chiede la riduzione del 7% sul
salario dei lavoratori e del 15% per i medici, nonché la rinuncia a tutti i ricorsi''
22/09/2015 - 11:22

VITERBO – Fumata nera dopo l'ennesimo tentativo di accordo tra la direzione della casa di cura Villa Rosa e le organizzazioni sindacali. La proprietà della struttura sanitaria potrebbe ora avviare, come ha più volte annunciato, le procedure di mobilità per personale medico, paramedico e amministrativo della struttura sanitaria viterbese, appartenente alla Congregazione delle suore ospedaliere del Sacro Cuore di Gesù.

 

Aurelio Neri e Luca Paolocci della federazione provinciale dell'Unione sindacale di base (Usb), fanno il punto della situazione dopo gli ultimi sviluppi e spiegano perché le organizzazioni sindacali hanno detto ''no'' al piano della proprietà.

 

''Il 28 maggio scorso – spiegano -, la nuova direzione di Villa Rosa, chiamata a risanare i bilanci della casa di cura, avviò le procedure di mobilità del persone. Come prevede la legge, seguirono uno serie d'incontri con le organizzazioni sindacali per evitare 75 licenziamenti su un totale di 170 dipendenti. L'ipotesi di accordo – aggiungono – prevedeva una serie d'interventi strutturali ed economici da stabilire dopo un attento esame congiunto della situazione aziendale''.

 

E proprio durante l'attento esame congiunto dei conti, la trattativa si è arenata. ''Ci fu sottoposto - riprendono Neri e Paolocci – un bilancio non analitico ed esclusivo di Villa Rosa e non della Congregazione, soggetto giuridico controllante. Nonostante ciò, è apparso chiaro che dal 2011 a oggi sono stati fatti risparmi per 3 milioni di euro, con interventi sui salari del personale, la rinegoziazione dei debiti e, fatto più importante e logico, interventi della Congregazione. Tutto ciò nonostante che tra i debiti iscritti a bilancio ci fossero un non meglio identificato debito per rinnovi contrattuali mai avvenuti e ferie maturate e non godute, ovviamente mai pagate''.

 

Secondo Neri e Paolocci, la direzione di Villa Rosa, nonostante i risultati ottenuti, ha ulteriormente alzato il tiro: ''La proprietà - precisano - ha deciso di andare avanti con procedura di mobilità, scendendo sotto i requisiti per l’accreditamento fissati dalla Regione Lazio, e minacciando di delegare l’assistenza sanitaria a una non meglio identificata cooperativa esterna, in palese contrasto con le normative in vigore''.

 

Ad avviso dei rappresentanti dell’Usb, non solo la procedura sarebbe illegittima, ma il rilancio della direzione oltre ad essere inaccettabile sarebbe anche provocatorio: ''Per soprassedere ai licenziamenti – argomentano – hanno chiesto un'ulteriore riduzione del 7% del salario dei lavoratori e del 15% per i medici. Oltre a ciò vogliono un accordo 'tombale' sui ricorsi passati presenti e futuri dei singoli lavoratori derivanti dall'unilaterale cambio del contratto di lavoro''.

 

Dopo aver evidenziato che le condizioni poste dalla proprietà vanno oltre la sfera di competenza dei sindacati e che quindi non era possibile sottoscrivere alcun accordo, Neri e Paolocci concludono annunciando che l'Usb convocherà al più presto una conferenza stampa per denunciare la situazione in atto a Villa Rosa e che adotterà tutte iniziative possibili a tutela dei diritti dei lavoratori.




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