ANNO 25 n° 117
''Turismo, dopo Natale il Giubileo''
L'assessore Barelli: ''Viterbo piace più di quanto non sembri ai viterbesi''
In cantiere una mostra d'arte contemporanea e le iniziative religiose. Crisi permettendo
06/01/2016 - 10:46

VITERBO – L’Epifania tutti i turisti si porterà via? Magari sì, perché le feste sono passate, ricominciano le scuole, e insomma si ricomincia con la vita di tutti i giorni. E però che in questo Natale Viterbo abbia ospitato tanta gente, visitatori italiani e stranieri, viterbesi in esilio tornati nei luoghi natii, amici e parenti vari, è più di un’impressione. In attesa delle conferme, che arriveranno nella seconda metà di gennaio con i numeri della tassa di soggiorno, vale la pena fare il punto della situazione con l’assessore al Turismo Giacomo Barelli. Perché a Palazzo dei priori ci sarà pure la crisi, e l’incertezza, ma il futuro di questa terra è un altro discorso. A prescindere da chi si troverà a governarla.

 

Barelli, la politica rischia di far passare in secondo piano i progressi di Viterbo come città turistica?

 

''È un rischio, sì. Perché se ci fosse più tranquillità si potrebbero comunicare meglio le cose che abbiamo fatto, quelle che stiamo facendo e quelle che faremo’’.

 

Eppure bisogna starci.

 

''Diciamo che preferisco la politica che si occupa di altro, non quella autoreferenziale''.

 

Intanto a Natale e soprattutto a Capodanno, mentre in maggioranza ci si azzannava, i turisti hanno riempito alberghi e bed and breakfast.

 

''Ho letto, ho visto, lo vedo tutti i giorni in città. E anche parlando con gli operatori del settore, che pure hanno sempre una comprensibile tendenza a non cedere agli entusiasmi, ne ho conferma''.

 

Bastianelli, direttore dell’ufficio turistico regionale, dice che Viterbo è forte.

 

''Lui ha una visuale completa su tutto il Lazio. Roma gioca in un altro campionato, ma credo che il capoluogo della Tuscia è quello che sta facendo vedere le cose migliori, e non lo dico per farci i complimenti da soli. Da fuori hanno una percezione di noi che noi non possiamo o non vogliamo avere’’.

 

Esempi concreti?

 

''Intanto che di Viterbo si parla: in televisione, sulle riviste nazionali. E naturalmente le cose che abbiamo fatto a livello di comunicazione, valorizzando quello che abbiamo: Expo, ma non solo. Gli etruschi, per esempio, le mostre come La vita silenziosa delle cose, che ha avuto un successo clamoroso''.

 

Nei giorni in cui l’ingresso era gratuito, fanno notare i maligni.

 

''Cambia poco. L’esposizione a Palazzo dei priori prosegue sulla strada inaugurata tre anni fa con Sebastiano Del Piombo e proseguita l’anno scorso con Sacro e profano. E che contiamo di continuare in primavera, con l’arte contemporanea del Novecento, magari alla pensilina del Sacrario, che può diventare un polo espositivo importante''.

 

Alla voce turismo ci sarebbe anche quello termale.

 

''Parliamone. Ma cum grano salis. Perché il termalismo è un’offerta importante, ma che va ad inserirsi a fianco delle altre attrattive che abbiamo. Quella culturale, quella paesaggistica, quella agroalimentare. Puntare tutto sul settore termale è un errore che troppe volte è stato commesso in passato. Basterebbe vedere quanto soffrono ora quelle località, penso a Fiuggi, che hanno scommesso tutto sulle loro acque curative… Concordo col sindaco quando dice che Viterbo deve essere anche una città termale''.

 

Cosa manca ancora per decollare?

 

''Tanto. Per quanto ci riguarda, dobbiamo pensare per esempio a riaprire i teatri, l’Unione e il Genio, e poi deve crescere anche l’accoglienza più in generale''.

 

Progetti imminenti?

 

''Qualcosa per il Giubileo, ci stiamo lavorando. Con un sogno particolare: il 4 settembre prossimo a Roma c’è la beatificazione di Madre Teresa. Il giorno prima è il 3 settembre, c’è il Trasporto della Macchina, potrebbe essere un apripista straordinario per i pellegrini''.




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