ANNO 25 n° 117
Studenti al capezzale delle opere d'arte
Un corso per formare i futuri professionisti del restauro e della conservazione
10/08/2015 - 10:19

VITERBO - Si chiama ''Conservazione e restauro dei beni dei Beni Culturali'' ed è un corso di laurea magistrale a ciclo unico offerto dall'Università della Tuscia per preparare gli studenti a intervenire sulle opere del viterbese bisognose di aiuto.

 

Dalla teoria si passa necessariamente alla pratica, per far sì che le nozioni apprese sui libri non restino soltanto parole scritte sulla carta, venendo invece abbinate a esperienze concrete di laboratorio.

 

Una serie di operazioni importanti che sono state presentate al quotidiano nazionale La Repubblica dalla docente Paola Pogliani: ''L'Ateneo della Tuscia vuole offrire ai propri allievi la possibilità di una formazione complessa e di eccellenza perché è necessario acquisire capacità progettuali, direttive e promozionali del settore'.

 

Nel programma di interventi sono finiti alcuni dei capolavori della Tuscia più bisognosi di rimettersi a nuovo: la pala d'altare proveniente dalla chiesa di San Francesco di Città della Pieve e raffigurante Madonna col Bambino e Santi, dipinta su tavola, il dipinto su tavola raffigurante Maria Maddalena, proveniente dalla chiesa dell'Abbazia di San Martino al Cimino, parte supersite della Crocifissione che decorava uno dei due altari barocchi del transetto rimossi nel corso del ripristino effettuato da Antonio Munoz nei primi anni del Novecento.

 

E ancora, il busto in marmo con il ritratto di papa Innocenzo X realizzato da Alessandro Algardi per la chiesa del Santo Sepolcro di Acquapendente e lo stemma di Gregorio XIII realizzato per il ponte Gregoriano di Acquapendente. Infine, il gruppo di sarcofagi tardo antichi conservati presso la chiesa di Santa Maria Antiqua al Foro Romano a Roma.

 

''Dal lungo elenco dei laboratori aperti si può facilmente evincere che la figura professionale che potrà scaturire da tale rigorosa impostazione è predisposta verso un orizzonte ampio, capace di cogliere tutte le articolazioni che connotano le problematiche inerenti la tutela dei Beni Culturali - spiega ancora Paola Pogliani - Si tratta di una formazione quindi lontana da un impianto semplicistico, meramente empirico, che può produrre solo distorsioni anche sul versante operativo, diventando sviante per gli orizzonti di complessità che distinguono al contrario quella cultura del restauro per cui l'Italia è famosa nel mondo''.




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