ANNO 25 n° 117
Sospese le ricerche di Catalani
Oggi previsto nuovo briefing con il pm Petroselli per predisporre piano operativo
29/11/2013 - 04:00

di Alessia Serangeli

VITERBO – “La zona in cui è indicato l’ultimo punto di contatto è stata battuta palmo a palmo”. La zona è quella di San Martino al Cimino, e l’ultimo punto di contatto è la Peugeout station wagon, rivenuta il 20 novembre, tre giorni dopo la scomparsa di Leonello Catalani, l’architetto di Soriano nel Cimino residente in una villetta nella frazione di Sant’Eutizio.

Ieri, dopo dieci giorni, le ricerche sono state sospese. Oltre trenta gli uomini impiegati, tra carabinieri, vigili del fuoco, volontari della protezione civile e specialisti del soccorso alpino e speleologico. Ma del 54enne, professore all’istituto Midossi di Civita Castellana, nessuna traccia. Niente di niente.

“Le ricerche sono concluse. Domani (oggi per i lettori, ndr) – spiegano dalla Prefettura - è previsto un nuovo briefing con il sostituto Renzo Petroselli e le forze istituzionali che hanno partecipato alle ricerche per fare il punto della situazione”. Poi la predisposizione di un piano operativo per arrivare a Catalani. Perché non può essere svanito nel nulla.

Gli investigatori continuano a scavare nella vita privata dell’uomo, nelle sue amicizie e frequentazioni. Oltre ai familiari hanno ascoltato anche qualche conoscente di Roma ma, finora, non sarebbero emersi scheletri nell’armadio. Nessuno avrebbe fornito indicazioni utili per scoprirne di più, per capire che fine abbia fatto. Buio totale.

L’unica circostanza accreditata, perché confermata dal fratello ai carabinieri di Soriano nel Cimino, riguarda quell’appuntamento che Catalani aveva a Viterbo sabato 17 novembre. Un incontro che, forse, lo preoccupava. Con chi si doveva vedere nel capoluogo? Anche questo resta un mistero. Perché, sebbene il telefono cellulare in uso all’architetto, sia stato trovato e controllato minuziosamente, “non ci sono chiamate né in entrata né in uscita”. Perché, forse, prima di sparire il professore le aveva volutamente cancellate. O, forse, perché aveva in uso un secondo cellulare. E’ probabile che gli investigatori si siano già mossi in questa direzione e, magari, contattato i vari operatori di telefonia mobile per verificare l’esistenza di ulteriori schede Sim a lui intestate.

Sono solo ipotesi, per il momento, che però potrebbero aprire piste investigative utili a risolvere il rebus.




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