ANNO 25 n° 89
Scuola alberghiera, 35 anni deliziosi
Il centro di formazione della Provincia celebra il prestigioso traguardo
12/02/2016 - 10:24

VITERBO – Corrono e girano tra i tavoli. Spadellano e decorano. Impiattano. Riempiono bicchieri. Assaggiano e ritoccano. Un po’ studenti ma dentro già grandi, perché ai libri mescolano – come in un buon cocktail, come in un piatto perfetto – l’attività pratica, a scuola prima e poi negli stage, nei primi lavoretti. Da quel dicembre 1980 sembra essere cambiato poco, o tutto: la Scuola alberghiera della Provincia di Viterbo è sempre lì, ha formato centinaia e centinaia di giovani – al ritmo di 50 l’anno –, e piccoli grandi fenomeni che oggi hanno un lavoro nel settore in ogni parte del mondo. Chef in grandi ristoranti, maitre in grandi hotel, barman in grandi bar. Ma anche semplici e onesti operatori nel settore della ristorazione a livello locale, dove contribuiscono alla crescita dell’accoglienza made in Tuscia.

 

Trentacinque anni, allora, e sono tutti qui, nell’ultima delle sedi girate nel corso del tempo da questa istituzione. Nata all’hotel Salus, passata all’albergo Primavera di Santa Barbara, quindi la lunga e felice parentesi a La Quercia, nei locali dell’ex ristorante Aquilani, e adesso qui, in una costola dell’Istituto tecnico Leonardo da Vinci. E se di là i futuri periti, gli ingegneri che verranno, trafficano con circuiti e ingranaggi, qui si fa sempre un esercizio tecnico, artigiano, ma con i prodotti che la nostra terra ci dà.

 

C’è la dirigente Giuliana Aquilani e la direttrice Franca Piermartini – eredi di quel Lario Pinzaferri che la scuola la diresse per primo -, c’è il maitre Claudio Sarti, ci sono insegnanti, vecchie e nuovi alunni, gli sponsor che tanto contano. Questa è soltanto la prima di una serie di iniziative per festeggiare il traguardo: ‘’Perché abbiamo voluto celebrare i 35 anni? - si chiede la Aquilani – perché di solito si festeggiano le date tonde, abbiamo voluto fare qualcosa di diverso per sottolineare i risultati della nostra realtà. Una realtà che si confronta quotidianamente col mondo del lavoro, che consente ai ragazzi di apprendere non solo nella teoria ma anche nella pratica i segreti del mestiere, e poi di attuarli direttamente negli stage nelle aziende previsti per il secondo e il terzo anno’’. Dal 2003 la Scuola Alberghiera ha aderito anche all’obbligo formativo e dunque, oltre alle materie tematiche (igiene, econoina, organizzazione ambientale) ci sono anche italiano e inglese e matematica, insomma le materie consuete. In più, naturalmente ecco le sessioni in sala e in cucina (a turno alcuni ragazzi cucinano e altri fanno gli ospiti, poi le parti si invertono) e al bar.

Il maitre Claudio ricorda con affetto misto a commozione gli alunni più celebri: in sala c’è anche Danilo Ciavattini, una stella Michelin con l’Enoteca La Torre a Villa Letizia (è di Soriano, ha girato il mondo), un altro ex allievo ora è capo del bar dell’hotel De Russie, a Roma. Lo stesso Claudio Sarti sottolinea con orgoglio il gemellaggio con la scuola alberghiera di Berlino, 5mila iscritti: ''Quando andammo su, per un’ospitata che poi ricambiammo al castello di Proceno, ci chiesero espressamente di cucinare la porchetta…’’.

 

Tra un ricordo e un altro, una foto e l’altra del bel cd realizzato per questo compleanno, si sarebbe anche fatta una certa. Il languorino rischia di degenerare presto in fame fantozziana. Meglio spostarsi in sala, allora, dove la brigata di 25 persone è al lavoro (gli studenti invece iscritti attualmente sono circa 150). Le cucine, al piano di sotto, sono un allegro casino organizzato degno di qualsiasi posto dove si crea, che sia un atelier di moda, uno studio di marketing, una redazione di giornale. In mezzo, le premiazioni varie e due parole del presidente della Provincia Mauro Mazzola: ''Ci sono vecchie professioni che cominciano a sparire. Questa no: qui il livello è alto, il contatto col territorio costante, la ricerca e la sperimentazione sempre cercata. E così i ragazzi si approcciano nel modo migliore al mondo del lavoro, e se vogliamo alla vita’’. Applausi.

 

Ma finalmente si mangia. Aperitivo con varianti di Martini, spaghettoni con salmone (affumicato qui, mica in Svervegia), tranciotto di pescatrici con lardo, melanzana e pomodorini confit, il dolce. ''Come è cambiata la cucina’’, era il titolo di questo saggio didattico. Be’, tutti promossi a pieni voti. E sotto con l’ammazzacaffè.




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