ANNO 25 n° 89
Scritto svela la tragica fine di Catalani
Autopsia conferma morte per annegamento; attesa per gli esami tossicologici
28/01/2014 - 09:43

SORIANO NEL CIMINO – Mentre l'ispezione cadaverica eseguita dall'equipe del medico legale Costantino Ciallella conferma la morte per annegamento di Leonello Catalani, emergono circostanze inaspettate, e per certi versi inquietanti, sotto il profilo investigativo. 

Si tratta di lettere, annotazioni autografe che il professore aveva riposto in alcuni libri. 

“Scritti particolari in cui l'architetto aveva appuntato pensieri e riflessioni”. E, soprattutto, “le sue intenzioni”. Proprio così: il professore di Storia dell'arte dell'istituto Midossi di Civita Castellana, stimato e benvoluto da studenti e colleghi, avrebbe appuntato nero su bianco quanto aveva intenzione di compiere. 

Catalani, laureato in Architettura, aveva fatto perdere le proprie tracce sabato 17 novembre lasciando familiari e conoscenti di stucco. Il 54enne di Soriano nel Cimino ma residente in una bella villetta nella frazione di Sant'Eutizio, non aveva motivi per sparire. Nessuno, tra tutte le persone ascoltate dagli investigatori, aveva percepito alcun disagio da parte dell'uomo. Niente di niente. 

Solo il fratello Vincenzo, lo stesso che aveva denunciato la scomparsa ai carabinieri di Soriano lunedì 18 novembre, ed una studentessa del Midossi, intervistati dalla trasmissione “Chi l'ha visto?”, avevano confidato che, sì, negli ultimi tempi non era più lo stesso. “Aveva diradato le visite dai nostri genitori, diceva che era impegnato. Sicuramente – aveva ammesso Vincenzo ai microfoni della trasmissione di RaiTre – c'era una presenza femminile nella sua vita”. Una sua alunna aveva confermato che ultimamente lo vedeva strano. “Ricordo di averlo visto con la barba incolta e i capelli lunghi, lui li rasava sempre. Era sempre molto curato, anche nell'abbigliamento”. 

Tutti, anche al Midossi, nutrivano affetto nei confronti del professore sorianese: colleghi e studenti avevano persino lanciato un appello sul Facebook per sensibilizzare le ricerche. Non immaginando nemmeno lontanamente che Catalani aveva invece deciso di farla finita. 

Il suo corpo senza vita era stato trovato la mattina di Capodanno sulle rive del lago di Vico, nel comprensorio di Caprarola, da alcuni componenti del Gruppo Photo Amateurs di Caprarola ed un graduato dell'Aviazione dell'Esercito in servizio a Viterbo. “Eravamo in procinto di esplorare una zona molto impervia per fotografare esemplari di uccelli acquatici presenti nel lago di Vico – avevano spiegato – quando ci siamo imbattuti nel cadavere del professore. Abbiamo subito dato l'allarme”. 

Stando a quanto ricostruito, anche in seguito ai risultati dei primi esami cadaverici, Catalani si è tolto la vita lo stesso giorno della sparizione. Quello che ancora non è chiaro è se abbia raggiunto a piedi il lago. Da San Martino al Cimino, dove il 20 novembre era stata rinvenuta la sua Peugeout 206 station wagon, le rive lacuali distano almeno dieci chilometri, per questo era stata stata presa in considerazione la possibilità che il professore avesse chiesto un passaggio a qualche automobilista. Questo, sui suoi ultimi scritti, non c'è scritto.

Da accertare resta anche l'ipotesi che Catalani abbia agito sotto l'effetto di qualche sostanza non meglio identificata. Ma per avere conferme bisognerà attendere ancora diverse settimane: mentre l'autopsia ha confermato la morte per annegamento del professore, i periti si sono presi altri trenta giorni di tempo per depositare la relazione degli esami tossicologici.




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