VITERBO - Che ne sarà dei 46 precari della Provincia, tagliati fuori dalla legge che ridimensiona i compiti, le funzioni e i servizi erogati ai cittadini? Al momento non ci sono le risorse per mantenerli in servizio e l'attuale stesura della legge esclude che possano trovare collocazione anche in futuro. Il tema è stato affrontato l'altro giorno dal presidente Marcello Meroi e dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Incontro convocato in fretta e furia, dopo che il 'capo' di Palazzo Gentili aveva pubblicamente dichiarato che non avrebbe partecipato alle cerimonia di inaugurazione del nuovo treno Vivalto per protesta contro il mancato accoglimento di una proposta di riunione con i vertici della Pisana proprio per discutere del destino di quei 46 lavoratori.

La riunione è servita a confermare le rispettive posizioni: Meroi ha ribadito che si tratta di figure essenziali che svolgono un lavoro importante al'interno degli uffici provinciali; Zingaretti ha confermato che il problema non riguarda ovviamente solo Viterbo ma tutte le province del Lazio (escluso Roma che diventa città metropolitana) e che le tipologie di precariato esistenti sono di varia natura. Una soluzione dunque dovrà essere trovata per tutti.

E quale potrebbe essere questa soluzione? Per chiarezza, va detto che non ci sono risorse e nemmeno scappatoie procedurali nell'ambito dell'attuale stesura del testo legislativo. Una strada è stata però è stata individuata nell'incontro di ieri dell'Upi regionale nella quale il presidente Meroi ha impostato una sorta di vademecum da inviare alla Regione nel quale si chiarisce l'importanza di queste figure professionali e si chiede che possano continuarea lavorare in regime di convenzione con la Regione stessa. Quanto possa essere percorribile questo itinerario si vedrà nei prossimi giorni. Intanto, sempre nell'incontro di giovedì a Palazzo dei Priori, Zingaretti ha fissato una riunione per giovedì 27 a mezzogiorno tra l'assessore regionale al lavoro Lucia Valente e Marcello Meroi, in qualità di presidente dell'Upi regionale. Forse già in quella sede si potrà capire qualcosa in più sulle chances dei 46 precari viterbesi di poter continuare a lavorare Palazzo Gentili. La strada è stretta e disseminata di ostacoli, ma vale la pena comunque provarci.