ANNO 25 n° 117
''Necessario invertire rotta e tornare
a investire sul trasporto pubblico''
Interviene il segretario regionale del sindacato Fast Ferrovie Lazio Carlo Nevi
26/03/2014 - 10:07

di Filippo Gianfermo

VITERBO - Carlo Nevi, ortano e segretario regionale del sindacato Fast Ferrovie Lazio, interviene per trattare il delicato tema dei trasporti, ponendo una particolare attenzione per quelli su rotaia, che vede tra le zone più disagiate la provincia di Viterbo. ''Bisogna invertire la rotta ed investire sul trasporto pubblico ed in particolare su quello per ferro. -  dichiara Nevi - La Regione, cui spetta il compito di garantire la qualità del servizio di trasporto pendolare, deve tornare ad investire per fornire più servizi ed una migliore qualità degli stessi a partire dal rinnovo del materiale rotabile''.

A detta del segretario regionale del sindacato l'aumento delle tariffe dell'1,5% è dovuto dalla politica di tagli degli ultimi anni. ''Il nostro sistema, - spiega Nevi - è costituito da 8 linee ferroviarie regionali (le ormai famose FL 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 e 8) e serve un bacino di utenza enorme con oltre mezzo milione di pendolari, che ogni giorno fruiscono del servizio per raggiungere la capitale per motivi di lavoro e di studio, costretti a viaggiare in condizioni che dir vergognose è poco. I pendolari devono convivere con sistematici ritardi dei treni e/o soppressioni, super affollamento, carrozze vetuste e sporche. Per non parlare poi dell’assenza di luoghi di attesa adeguati''. Stessi problemi per le persone che utilizzano i servizi ferroviari del tipo suburbano. ''Nelle tratte Roma-Civita Castellana-Viterbo, Roma-Lido e Termini-Giardinetti - commenta l segretario di Fast Ferrovie - si viaggia in condizioni disagiate dovute ai soliti mali. A questi, nel caso della linea che collega la capitale a Viterbo, passando per Civita Castellana, sussiste la scarsità di frequenza del servizio''.

''Se volgiamo poi lo sguardo sul trasporto nelle zone interne la nostra Regione servite dal Cotral le cose non migliorano affatto. Anche in questo caso registriamo una situazione quasi analoga alle altre, con mezzi vecchi, freddi d’inverno e bollenti d’estate, assenza o mal funzionamento di climatizzatori e anche sovraffollamento con gente che viaggia in piedi, se a tutto ciò aggiungiamo la totale mancanza di corsie preferenziali il quadro è completo. Occorre quindi - conclude Nevi - che la Regione torni ad investire trovando i fondi necessari individuando i capitoli di spesa nel proprio bilancio per aggiungere risorse a quelle che lo stato gli destina (pochi per la verità), al fine di poter potenziare il numero dei treni in circolazione e migliorare in modo particolare la qualità del materiale rotabile, rinegoziando se opportuno anche il contratto di servizio con i gestori del servizio''.




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