ANNO 25 n° 89
Michelini (Coldiretti): ''Caldo record mette a rischio agricoltura e zootecnica''
24/08/2012 - 04:00

di Alessandra Pinna

VITERBO – ‘’Non piove da troppo tempo e le ondate di calore si susseguono con temperature sempre più alte. La situazione è difficile, le colture e la zootecnica sono in grande sofferenza’’. È un quadro a tinte fosche quello che dipinge il presidente provinciale della Coldiretti, Leonardo Michelini.

Ondate di calore record unite alla scarsità di piogge stanno distruggendo nei campi ettari ed ettari di colture. A essere colpiti sono castagneti, noccioleti, oliveti, vigneti e ortofrutta; a rischio ci sono anche gli allevamenti zootecnici, sia bovini che ovini, che, per la mancanza di foraggio e per l'afa, hanno ridotto drasticamente la produzione di latte bovino ed ovino.

A fare le spese delle continue fiammate africane saranno soprattutto le coltivazioni dei noccioleti, che con circa 18mila ettari di piantagioni ed una quantità annua di 40 mila tonnellate, pari al 5% di quella mondiale, a partire dagli anni Novanta, ha fatto raggiungere alla provincia di Viterbo il primato nazionale della produzione.

Secondo il presidente della Coldiretti, infatti, essendo la coltivazione più redditizia della Tuscia sarà anche quella che avrà maggiori ripercussioni sotto il profilo economico.

L'intero sistema produttivo è messo in pericolo da questa situazione climatica. ‘’I vigneti - afferma Michelini - hanno bisogno di risollevarsi dallo stress idrico causato dall’ondata di caldo torrido. In particolare, la scarsità di precipitazioni ha limitato in molti casi la crescita dei grappoli, bloccando la maturazione degli acini. Per salvare le colture - prosegue il presidente della Coldiretti Viterbo Michelini - è necessario che arrivi presto la pioggia, che cada in maniera costante, duratura e non troppo intensa, perche in quel caso, la produzione sarebbe compromessa’’.

Ma il problema non si circoscrive solo all’agricoltura bensì anche al comparto della zootecnica. A preoccupare gli allevatori, infatti, è la mancanza di erba destinata ai pascoli. A detta di Michelini le aziende sono costrette ad acquistare grandi quantitativi di foraggio e questo comporta un’ulteriore spesa per gli addetti ai lavori di questo settore. L'afa e le temperature hanno tolto l'appetito agli animali con un conseguente calo della crescita, con ripercussioni sulla produzione del latte.

A preoccupare Coldiretti, infine, sono i cambiamenti climatici sempre più marcati: lunghi periodi di siccità, aumento dell'intensità delle precipitazioni e aumento delle temperature estive sono i principali mutamenti che influenzano le stagioni e rappresentano una nuova sfida per l'attività agricola.

 

 



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