ANNO 25 n° 117
Melilli: ''Alla fine decide il Nazareno''
Il segretario regionale del Pd dopo gli incontri con i consiglieri comunali
05/01/2016 - 09:52

VITERBO – ''Noi ascoltiamo, cerchiamo di capire le posizioni, fermo restando che la situazione a Viterbo non è mai facile per definizione. Ma poi è il partito che valuta, che decide, perché il partito ha una struttura e degli organi che si occupano di queste cose. E c'è il vicesegretario Guerini''. La dichiarazione del segretario regionale del Pd, Fabio Melilli, è già una sentenza: la crisi (tutta interna al Partito democratico) al Comune di Viterbo non si risolverà né adesso né qui. Si deciderà a Roma, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, e magari finirà in un piatto molto più ricco, visto che a primavera si andrà a votare per rinnovare tantissime amministrazioni comunali (21 solo nella Tuscia) e che il premier Renzi si giocherà presidenza del consiglio e guida del Pd in un colpo solo.

 

Comunque, in attesa di quello che verrà, ieri è stato un pomeriggio intenso nella sede del Pd viterbese. Con Melilli (stiloso, cordiale, tutt'altro che intimorito dal fatto di venire a Viterbo, nel feudo di quel Fioroni col quale potrebbe contendersi a breve un seggio da deputato nello stesso collegio elettorale) e Tramontana (ieratico, schivo, perfetto uomo di apparato come non esistono più nei partiti di oggi) che hanno incontrato prima i consiglieri comunali ''ribelli'' e poi i quelli allineati.

 

Alla fine la spaccatura del Pd emerge proprio da questo pomeriggio. Nel senso: due altissimi dirigenti – che in teoria avrebbero di meglio da fare – che salgono a Viterbo per cercare di sbrogliare le beghe di provincia, se non di paese. Due anni e mezzo fa il centrosinistra vinse le elezioni, oggi è a pezzi: valeva davvero la pena? E infatti è lo stesso Melilli a chiederlo ai sette ribelli del suo stesso partito: ''Ma quello coi civici è un accordo di programma o soltanto di potere?''. E loro, a rispondere: ''Di potere''. E si comincia a parlare dei Moderati e riformisti, della possibile nomina di Tofani ad assessore. Melilli: ''Io a Beppe (Fioroni, ndr) glielo avevo detto alla Camera: non ti azzardare a fare una cosa del genere, oppure vengo a Viterbo e ti faccio una dichiarazione contro…''

 

E le Mongiardo e le Perà e le Troncarelli che incalzano: ''La Ciambella? Una vicesindaco che dovrebbe soltanto fare la vice quando il sindaco non c'è. E invece mette bocca ovunque. E loro, i popolari, che anche ultimamente sono andati nelle frazioni a rappresentare il Pd, senza averci detto nulla''. Insomma, la linea dell'intransigenza resta. E' categorica Melissa Mongiardo: ''Restiamo sulla nostra posizione, l'amministrazione Michelini finisce qui''. E Arduino Troili e Mario Quintarelli: ''Quando anche i rapporti umani vengono a man care è davvero finita. Anche se poi la politica non finisce mai''.

 

Poi tocca ai fioroniani andare alla cattedra. Rilassati, senza niente da recriminare, si affidato a Luisa Ciambella (un'altra donna in questo Pd che, al di là di come la si pensi, ha tante personalità e professionalità da mettere in campo). La vicesindaco ha evidenziato il comportamento ''schizzofrenico'' dei sette consiglieri dissidenti. ''Che appena un mese fa hanno bocciato la mozione di sfiducia al sindaco e che a fine agosto hanno votato il bilancio – ha detto Ciambella, citando comunque atti ufficiali e voti registrati – Un comportamento inspiegabile e inammissibile nei confronti di un'amministrazione che, al momento di rivedere i componenti della giunta, ha anche concesso loro la più ampia discrezionalità nella scelta degli assessori e delle deleghe''.

 

Già. Intanto, per la cronaca, la minoranza inizia a chiedere la convocazione del consiglio comunale.




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