ANNO 25 n° 117
Mazzola: ''Lavoro per una vittoria forte''
Il candidato del centrosinistra rifiuta l'idea di franchi tiratori nel segreto dell'urna
03/04/2015 - 12:45

VITERBO -Presidenza della Provincia, Mauro Mazzola continua il suo cammino. I numeri lo danno vincente sulla carta, lo abbiamo intervistato.

 

Si sente già la vittoria in tasca?

 

''No, anche se i numeri per vincere ci sono tutti. Sono fiducioso, ma non mi piace fare lo sbruffone. Voglio lavorare con serenità per una vittoria certa, forte e determinata''.

 

La sua candidatura nasce dal basso, con un meccanismo di condivisione all’interno del partito. Mazzola è davvero il candidato di tutto il centrosinistra o dovremo attenderci dei franchi tiratori?

 

''Non credo ci saranno franchi tiratori. Ho partecipato e continuo a partecipare a riunioni su tutto il territorio provinciale. C’è una grande condivisione e questo mi genera piacere e gratificazione personale, ma lo stesso vale per il Partito Democratico. Siamo arrivati a una candidatura condivisa all’unanimità, questo è un dato importante, che la dice lunga sul buono stato di salute del Pd nel Viterbese''.

 

Cosa pensa della riforma Delrio?

 

''Credo bisognerà lavorarci ancora sopra. C’è necessità di migliorarla. Per esempio viene stabilito che il presidente dura in carica quattro anni e i consiglieri due. Questo è un errore grossolano, quando si inizia un’avventura insieme è bene continuare il percorso, no rivedere la squadra a metà. Poi la riforma ha reso candidabili solo pochi sindaci di tutta la Provincia, per il discorso dei quattro anni di mandato davanti. Va rivisto il sistema''.

 

E’ vero che la Provincia è diventata, con la riforma, un ente inutile?

 

''Mi sembra di no. E’ ancora un ente che mantiene funzioni importanti''.

 

Che idea di Provincia ha in mente?

 

''Innanzitutto penso a un modo diverso di amministrare. Ritengo che sia necessaria la collaborazione più totale con tutti. Poi ho in mente tre priorità: la sicurezza stradale, la sicurezza scolastica e trattare con dignità i lavoratori dell’ente. Non sono dei pacchi, ma persone con delle famiglie''.




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