ANNO 25 n° 79
Londra chiama, Di Luisa c'è
La sfida del 30 gennaio per il titolo Wbc contro l'inglese Groves
16/01/2016 - 11:49

VITERBO – Sabato 30 gennaio, Copper Box Arena, una scatola di rame – perché questo significa il nome – nel bel mezzo del parco olimpico dedicato alla regina Elisabetta. Siamo a Londra, mica a Tessennano, quartiere di Hackney, tra l’Olympic stadium e il velodromo, dove si sono disputate le Olimpiadi del 2012. Qui, in questo posto magico, pieno di suggestioni, di profumi d’alloro e di metalli preziosi, Andrea Di Luisa si andrà a giocare un altro pezzo della sua carriera. E parliamo di boxe, la più nobile delle arti, una di quelle discipline che si praticavano anche all’epoca dei primi giochi, ad Olimpia.

 

Contro il pugile napoletano di nascita, ma ormai viterbese di diritto dopo tanti anni vissuti qui, non ci sarà un lottatore macedone, un temibile armeno, un persiano furbo. Ci sarà Gorge Groves, il padrone di casa. In palio, non una corona di erbe aromatiche, ma il titolo – vacante – degli internazionali Wbc, pesi supermedi. ''E io sono prontissimo, i pugni sono caldi, gli allenamenti vanno alla grande – dice Di Luisa – E’ da ottobre che mi preparo, a gennaio ho assaggiato il ring in Puglia, ma il mio obiettivo è questo’’.

 

Di Luisa è in una fase cruciale di un percorso che gli ha già portato tante cinture, di campione italiano e dell’Unione europeo. Il pugilato è un’altalena, si debbono mettere in conto anche le sconfitte, e forse proprio passando attraverso gli scivoloni si può imparare qualcosa, e mettere altra energia – e altra rabbia – nel serbatoio. Andrea ha perso soltanto tre volte nella sua vita da professionista, con 18 vittorie, 14 per ko. Groves ha vinto 21 volte (16 prima del limite), con 3 sconfitte, tutte arrivate negli ultimi sei incontri. Ha battuto ai punti anche Cristopher Rebrasse, il marsigliese che sbancò il PalaMalè proprio contro Di Luisa. Insomma, non sarà un match facile.

 

''Lui è un picchiatore – dice Andrea -, che ha combattuto per tre volte per il titolo mondiale. Ma ripeto, io sto bene: concentrato, tirato: mi sto preparando tra il Fitness palace dei fratelli Malè e l’Evoft di Francesco Ripa. Con me, come al solito, c’è mio padre Michele. E per come sparring partner ho Demcenko, che in passato si è allenato con Groves, e dunque lo conosce bene. Inoltre c’è il mio manager Cherchi, che mi sta sempre vicino’’. Insomma, Di Luisa ci crede: se l’inglese viene da Hammersmith, quartiere operaio ma poi neanche troppo, lui ha l’estro napoletano e la concretezza un po’ ruvida del viterbese. Oltre al suo proverbiale sinistro.

 

Alla Copper box potrebbero esserci anche seimila spettatori: ''Non mi spaventa il tifo a favore del mio avversario, anzi può soltanto caricarmi – dice Andrea – E poi, ho appena saputo che una decina di amici viterbesi hanno già i biglietti, saranno sugli spalti anche loro. Non li deluderò’’. Così come non deluderà tutti quelli che, da quaggiù seguiranno il match in televisione (Sky) e in streaming..




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