ANNO 25 n° 117
Lo chef Marinucci alla ''Festa del villano''
''La cucina per me? Amore e fantasia''
10/07/2012 - 12:03

L’enogastronomia e la solidarietà si sposano perfettamente. Un matrimonio, il loro, generoso e, soprattutto, saporito. Tutto da gustare. Ed è proprio la finalità, a scopo benefico, che ha convinto, per la seconda volta, Stefano Marinucci a partecipare come chef d’eccezione alla “Festa del Villano” che si terrà, a Marta, sabato 14 e domenica 15 luglio.

Stefano Marinucci, medaglia d’argento, è inoltre manager del team Lazio: rappresentazione ufficiale dell’Unione regionale cuochi Lazio della Federazione italiana; l’unica autorizzata a sostenere l’immagine dell’Associazione cuochi Lazio in tutto il territorio nazionale e internazionale delle manifestazioni, gare, dimostrazioni e presentazioni in campo culinario.

Anche quest’anno il menu è degno dei palati più esigenti. “Accomuneremo – spiega lo chef – le cose più semplici della festa, con piatti di sapori e profumi ricchi. Ovviamente tutto a base di alimenti naturali e prodotti tipici locali”. Dopo un antipasto a base di bruschette miste, il primo piatto sarà la tradizionale pasta del villano: mezze maniche con salsiccia e pomodoro, finocchietto selvatico e ruchetta di campo, che non guasta mai.

Per proseguire il “percorso dei sapori” con braciole scottadito e patatine fritte. Ovviamente, sul finire, non potevano mancare le ciambelline e la famosa cannaiola di Marta.Lo scorso anno, a Marta, per la Festa del Villano si sono registrate 1.500 presenze. Un successo enorme di pubblico e, ovviamente, di consensi: palati più che soddisfatti. Lo chef Marinucci ha gestito tutto con la sua solita professionalità e organizzazione.

“Per chi fa questo lavoro – spiega Marinucci - esiste una sorta di orologio biologico interno, che cadenza il tempo e scandisce il ritmo. Per noi è fondamentale. Una dote che, indubbiamente, è frutto di una predisposizione personale ma anche di tanti anni di esperienza. Lo chef armonizza la cucina quasi come un direttore fa con la propria orchestra. Deve esserci concordanza tra i tempi tecnici e la preparazione dei piatti da servire. La cucina, per me è – parafrasando il celebre film di Luigi Comencini, con De Sica e la Lollobrigida – pane, amore e fantasia”. E come potrebbe essere altrimenti.




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