ANNO 25 n° 111
''La Regione dia un'indicazione univoca''
Dal consigliere regionale Sabatini un'interrogazione sul caos dearsenificatori
16/01/2016 - 11:43

VITERBO – Tra fatture sbagliate inviate dalla Talete spa agli utenti ''rei'' di aver scelto la domiciliazione bancaria per il pagamento delle bollette e la grana depuratori, scoppiata all'inizio dell'anno, la situazione del servizio idrico nella Tuscia si fa sempre più complicata. Come se non fossero bastati già i guai di Talete, infatti, il primo gennaio 2016 ha portato in dote ai Comuni, e quindi ai cittadini, anche il problema della gestione dei depuratori realizzati per far fronte all’emergenza arsenico. Depuratori la cui manutenzione costa circa 200mila euro l'anno e di cui d'ora in avanti si dovranno occupare o i Comuni stessi o la Talete, con la conseguenza per gli utenti di vedersi recapitare una doppia bolletta, una per il consumo e l’altra per la depurazione dall’arsenico. Caos su caos, insomma.

 

In merito alla grana depuratori il consigliere regionale viterbese Daniele Sabatini – sulla carta ancora in forza al Ncd, di cui alla Pisana è anche capogruppo, ma da tempo in posizione critica rispetto alla gestione del partito di Angelino Alfano, come lui stesso ha sottolineato l'altra sera durante il primo incontro del nuovo laboratorio civico a cui sta dando vita Giulio Marini, e in procinto di passare ai neonati Cuoritaliani di Andrea Augello – ha presentato un'interrogazione al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

 

''Il discorso della gestione dei depuratori da parte dei Comuni, ora che è scaduto l’anno in cui a provvedere ai costi era la Regione, incide pesantemente sulle tariffe e quindi sulle tasche dei cittadini – afferma Sabatini -. Devo dire che l’assessore Refrigeri, che in più occasioni ha mostrato molta serietà sui grandi temi, sul sistema idrico che fa acqua da tutte le parti non riesce a dare risposte esaurienti e concreti. In Regione al riguardo regna la massima confusione, non si sa mai cosa si deve fare, a causa delle divisioni interne al Partito democratico su questo argomento''. Sabatini, dunque, lamenta un atteggiamento definito ondivago da parte del Pd, partito di maggioranza alla Pisana, rispetto alle problematiche legate all’acqua pubblica. ''Sono divisi – incalza – e oscillano tra il ragionamento su un Ato unico regionale e il mantenimento dello status quo. E' chiaro che ogni opzione ha i suoi pro e contro: per la Tuscia, per esempio, l'Ato unico porterebbe dei benefici perché spalmerebbe le criticità sul territorio regionale, visto che noi siamo Ato debole. Ma restano le incognite sulla gestione: chi dovrebbe occuparsi dell’Ato unico regionale? Talete? Acea? Fino a che il Partito democratico non supererà al suo interno questa vertenza e assumerà una linea univoca non riusciremo a capire quale strada sarà possibile seguire. In ogni caso – conclude – abbiamo il diritto di sapere prima che fine la Regione Lazio intende far fare al servizio idrico integrato. Prima di finire a svendere il territorio ai privati, dichiarino chiaramente che intenzioni hanno''.




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