ANNO 25 n° 110
''La badessa deve restare''
Tentativo di buon senso del sindaco: ''Suora Annunziata Campus
potrebbe rimanere per ragioni ambientali e per il tesoro di santa Rosa''
12/12/2015 - 11:04

VITERBO – Una speranza, piccola ma in cui vale la pena credere. E tentare, soprattutto. A giorni quattro dal trasferimento delle clarisse di Santa Rosa dal monastero (destinazione: ignota), la città prova a non arrendersi. Ben consapevole che di fronte alle decisioni imposte dall’alto, a certe catene di comando e certi meccanismi di potere intoccabili e secolari, si può combattere, certo, ma quasi mai vincere. L’arma metaforica che resta in mano allora alla comunità viterbese e al suo più alto rappresentante, il sindaco Michelini, è allora quella del dialogo. Della persuasione (moral suasion, direbbero gli anglofoni). Del buonsenso. E proprio su questo ultimo fattore si basa la trattativa in corso in queste ore. La possibilità cioè che almeno una delle tre clarisse resti al suo posto e affianchi le alcanterine, coloro cioè che prenderanno il posto delle custodi di Rosa. In particolare, la badessa Annunziata Campus.

 

Le ragioni della sua permanenza non sono affatto peregrine, qualora venissero recepite dai vertici ecclesiastici locali e magari vaticani. La badessa avrebbe un doppio ruolo. Primo, accogliere, far ambientare e introdurre le consorelle nello scenario locale, affinché l’acclimatamento risulti meno insidioso possibile. Secondo, ma non ultimo, assistere alle fasi di completamento della catalogazione del patrimonio di Santa Rosa (il cosiddetto ‘’tesoro’’), un’opera non ancora terminata eppure fondamentale per preservare e tramandare ai posteri le ricchezze artistiche, storiche e culturali conservate in nome e in fede della patrona della città. Questa soluzione – che non è di compromesso, ma di buonsenso – è sostenuta in prima persona dal sindaco, e da tempi non sospetti, ma avrebbe trovato nelle ultime ore delle sponde importanti anche in ambienti viterbesi e, forse, romani.

 

Intanto, non si placano le reazioni. Dal Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa (che giovedì avevano già condiviso il comunicato di Palazzo dei priori) arrivano gli ennesimi attestati di vicinanza: ‘’Rinnoviamo tutta la nostra solidarietà alle clarisse – dice il presidente Massimo Mecarini – E’ inutile ribadire, forse anche difficile da spiegare, quanto questa vicenda ci tocchi nel profondo’’.

 

Altrettanto coinvolto è il consigliere comunale Paolo Simoni. Che giovedì si era adoperato per produrre un ordine del giorno urgente da approvare (possibilmente all’unanimità, e i presupposti c’erano) in consiglio comunale. Invece la discussione è virati su altri temi, tra l’altro senza giungere a conclusioni neanche in questo caso. ‘’Una volta che sarebbe servita una presa di posizione netta, univoca ma soprattutto urgente – spiega Simoni – non se n’è fatto nulla. Col risultato che il prossimo consiglio è fissato per giovedì 17, quando sarà troppo tardi. Invece bisognava muoversi per tempo, per sostenere senza esitazione tutte le iniziative che l’amministrazione comunale vorrà intraprendere’’. Un’occasione persa, insomma, e clamorosa. Anche per fare bella figura.




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