ANNO 25 n° 111
Il sogno di Arena: lo Stretto a nuoto
Il commissario comunale di Forza Italia prepara la traversata
''Mi alleno un'ora e mezza al giorno, sto meglio di quando avevo 30 anni''
18/01/2016 - 11:24

VITERBO – ''Voglio attraversare a nuoto lo stretto di Messina’’. Beppe Grillo? No, Giovanni Arena. Cosa può regalarsi un uomo di sessantasei anni (tra l’altro, li compie oggi: auguri), che è stato vicesindaco, assessore, che oggi guida il partito nella sua città, seppur da commissario? Semplice: una bella nuotata. Così fa tutte le mattine Giovanni Arena, vasche su vasche nella piscina comunale della Larus: ‘’La migliore. Anche se bisogna scegliere l’orario giusto, perché in certi momenti è veramente affollata’’. Che Il Tenerone – come lo chiamava Il Messaggero ai tempi ruggenti della Viterbo targata centrodestra – amasse lo sport, be’, non c’erano dubbi: lui, per una vita professore di educazione fisica, appassionato di basket e di calcio e ora anche di nuoto. Questa estate, in una festicciola serale nella piscina esterna della stessa Larus, tra i palazzoni e le zanzare, i cuba libre e la frutta fresca, Arena spiazzò tutti – compresi alcuni suoi compagni di partito, o alleati – spogliandosi, gettandosi in acqua e sfoggiando uno stile libero che neanche Michale Phelps. Non era esibizionismo, era passione.

 

''Mi alleno tutti i giorni, un’ora e mezza in acqua. Sto benissimo, meglio di quando avevo 30 anni, e proprio in base alle mie condizioni dico: oggi mi sento in grado di attraversare lo Stretto, l’ho buttata là ad un gruppo di amici, e credo che per la prossima estate, se mantengo questa forma, ci proverò’’. Stop. Prima di addentrarci nei dettagli tecnici dell’impresa, vale la pena scavare un po’ nel passato di Arena per cercare di capire cosa lo spinga a cimentarsi in una sfida del genere. ''Ho sempre avuto questa curiosità, questa fascinazione, per le acque tra Scilla e Cariddi. La mia famiglia è siciliana d’origine – ricorda – Da piccolo andavo in vacanza dalla nonna, a Messina, e facevo il bagno nello Stretto. Mio zio è stato un grande subacqueo, e nella mia famiglia ci sono tante persone esperte di quel braccio di mare. Ho sempre sognato di provare ad attraversarlo, un giorno, e questa può essere la volta buona’’.

 

La traversata non è poi una cosa così particolare: mitologia a parte (''Una vorago/ d'un gran baratro è questa, che tre volte/ i vasti flutti, regirando assorbe,/ e tre volte a vicenda li ributta/ con immenso bollor sino alle stelle’’: Virgilio nell’Eneide), da un centinaio d’anni esiste una specie di registro di chi si cimenta nell’impresa. Un nuotatore agonistico impiega meno di 40 minuti, un dilettante intorno all’ora. Si fanno traversate di gruppo, andata e ritorno (''doppia’’), ci provano ragazzi e stranieri. Nel 2009 un certo Giovanni Arena, barcaiolo messinese, impiegò 39 minuti.

 

Un altro politico in là con gli anni ci ha provato e ci è riuscito, anche di recente: è Beppe Grillo, che nell’ottobre del 2012 attraversò lo Stretto, arrivando sulla spiaggia di Messina accolto da folle di grillino in delirio. Fu una trovata elettorale piuttosto originale (e paracula) per lanciare la campagna alla conquista della Regione Sicilia. Campagna persa dal Movimento Cinque Stelle (vinse Crocetta), che comunque risultò il secondo partito. Si fecero, allora, riferimenti illustri: ''E’ come il Mussolini nuotatore nei cinegiornali Luce’’. ''Sembra Mao che nuota nello Yang-ze’’. Cose così, insomma.

 

Ma visto che la storia è fatta di corsi è ricorsi, non è che Arena vorrebbe prima attraversare lo Stretto e poi proseguire fino alla conquista di Palazzo dei priori, e della fascia tricolore di sindaco di Viterbo, cavalcando – è il caso di dirlo – l’onda giusta? Lui nega: ''Non ci si autocandida a ruoli così importanti. E poi, ci sono tanti che vorrebbero provarci, è presto per fare discorsi del genere’’. Meglio pensare all’acqua salata, allora: ''So che è una traversata delicata, non lunghissima, sui 3 chilometri, ma con altre insidie, come il freddo e le correnti. Dovrò indossare la maschera, e sperare che il mare non sia troppo mosso. Magari mi farò guidare dai miei parenti messinesi, che conoscono bene le dinamiche del loro mare, e le rotte da seguire’’.




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