VITERBO – ''Basta con i termini del Novecento, stop alle divisioni tra comunisti e democristiani. E’ necessario andare oltre e allargare il Pd, non però nel senso che intende Fioroni. Consiglio a tutti di abbassare i toni'', così il reatino segretario regionale del Partito Democratico Fabio Melilli.
Il Partito Democratico viterbese sta andando in pezzi in queste ore, sotto le sollecitazioni di un vero e proprio terremoto con epicentro a Palazzo dei Priori. Le contrapposizioni in Comune hanno avuto ripercussioni pesanti tra i democrat e scatenato una vera e propria guerra, a colpi di comunicati stampa, tra le due anime che dominano lo scenario viterbese: ''i fioroniani'' e i ''panunziani''.
Viterbonews24 ha contattato il segretario regionale Pd Fabio Melilli per capire la sua prospettiva e le sue intenzioni sul caso Viterbo. Uno scenario spinoso con minacce d’espulsione dei sette consiglieri che nella sostanza stanno sfiduciando Michelini e bordate di Fioroni stesso sul segretario provinciale Andrea Egidi.
Sta seguendo quanto accade nel capoluogo della Tuscia? Che posizione intende prendere?
''Farò il possibile per far restare il partito a Viterbo compatto. Conosco poco i tratti di questa ingarbugliata vicenda, sono stato impegnato in Regione sulla legge di stabilità in questi giorni. Mi sento di invitare tutti ad abbassare i toni e a ragionare sui problemi veri del territorio. Il Pd non è un luogo dove si fa il congresso ogni settimana''.
Il segretario Egidi è stato accusato di tramare contro il Pd e Fioroni ha parlato chiaramente di un Partito Democratico viterbese in mano ai comunisti. E’ così?
''Se siamo ancora al dibattito tra comunisti e democristiani abbiamo capito poco. Il Pd nasce per superare il Novecento, non per riproporlo. Tutti devono capire che stiamo costruendo una strada nuova ed è sbagliato recuperare vocaboli ormai consegnati al passato.
Nel Partito Democratico di oggi non c’è spazio per le antiche appartenenze, né per la nostalgia del passato. Mi piace pensare di lavorare, e che tutti lo stanno facendo, per prospettive nuove e non per cose vecchie''.
Ma i renziani dove stanno?
''Ci sono uomini e donne che votano Renzi. Non è neanche il tempo di dividere in ''renziani'' e ''non renziani''. Servono energie da impegnare sui temi reali del Paese e dei territori e non mi sembra sia aria di mettersi a fare le contrapposizioni da congresso. Si pensi piuttosto ad allargare il Pd''.
Fioroni dice che Moderati e Riformisti rispondono a questa logica di allargamento, come la vede?
''Tutti dobbiamo pensare ad allargare il Pd e quando dice questo Fioroni ha ragione. Ma allargare il Partito Democratico non significa far nascere partiti o esperienze politiche diverse. Il Pd va allargato, agendo però all’interno del partito stesso''.