ANNO 25 n° 117
Il processo ai fratelli Corso slitta a settembre
Secondo gli inquirenti, infatti, avrebbero contribuito a riciclare denaro per conto della 'ndrangheta
16/07/2014 - 11:53

REGGIO CALABRIA - E' slittato a settembre il processo a carico dei fratelli canepinesi Augusto e Alberto Corso, residenti a Vignanello e a Vallerano, accusati di aver riciclato oltre 600mila euro per conto della 'ngrangheta di Condofuri, paese in provincia di Reggio Calabria che conta circa 5mila anime e, in particolare, della ‘ndrina di Gallicianò.

Le accuse contestate ai due fratelli, e agli altri indagati dalla Procura distrettuale antimafia di Reggio, sono pesantissime: riciclaggio e impiego di denaro di provenienza illecita, partecipazione ed associazione di stampo mafioso e altri reati ''minori''. Secondo gli inquirenti, infatti, avrebbero contribuito a riciclare denaro per conto della 'ndrangheta attraverso le loro società: Ortofrutta Cimina (Canepina), OrtFruit International (Canepina), Cimina Immobiliare (Canepina) e Trasporti Centro Italia (Attigliano).

Davanti al tribunale di Reggio Calabria, oltre ai Corso, dovranno presentarsi anche gli altri due imputati che non hanno chiesto il rito abbreviato: Tommaso Mesiano e Bruno Nucera. Per gli altri 17, nel corso dell'udienza preliminare che si è svolta il 10 luglio (il processo è stato aggiornato al 18 settembre), il sostituto ptocuratore antimafia Antonio De Bernardo ha chiesto due assoluzioni e 15 condanne (pari a 100 anni di carcere): 14 anni di carcere per Giuseppe Nucera, calabrese, arrestato a Graffignano, dove risiedeva e da dove, secondo gli investigatori, curava gli affari della 'ndrangheta nel Viterbese e non solo; 18 anni sono stati chiesti per Antonio Nucera, 10 per Antonio Nucera, 8 per Antonino Casili, Diego Nucera, Pietro Rodà e Girolamo Zindato. E ancora, 6 anni di reclusione sono stati chiesti per Carmelo Nucera, Carmelo Nucera, Francesco Nucera, Raffaele Nucera e Raffaele Nucera. Inoltre, il Pm ha chiesto 5 anni di reclusione e 10 mila euro di multa per Domenico Foti e Concetto Manti. Due le richieste di assoluzione, per Roberto Raso e Domenico Vitale.




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