ANNO 25 n° 88
Il biotestamento diventa legge canaglia
di Codadilupo
22/07/2011 - 18:08

di Codadilupo

Nei giorni in cui la Tuscia era oppressa dalla cappa di dolore e di lutto per l’ennesima morte di un suo soldato in Afghanistan, Roberto Marchini, la Camera dei Deputati approvava in prima lettura la più blasfema, canaglia e vigliacca delle leggi: quella sul cosiddetto fine vita, meglio conosciuta come testamento biologico. Per trovare qualcosa di più disgustoso bisogna tornare con la mente alle leggi razziali volute dal fascismo e promulgate da un re, Vittorio Emanuele III di Savoia, che non ha mai dimostrato essere un regnante di statura. In tutti i sensi. Una legge canaglia, blasfema e vigliacca che ha avuto tanti padri a destra, i più, e a sinistra, tra i quali i viterbesi Giulio Marini e Giuseppe Fioroni.

In estrema sintesi, lo scriptum horridus approvato a Montecitorio obbliga i medici a “staccare la spina” solo dopo che è stata accertata l’assenza di ogni attività cerebrale. Cioè quando la persona è morta. Fa quindi carta straccia di qualsivoglia volontà precedentemente espressa, e certificata, da chi, in piena coscienza, abbia lasciato scritto che, nel caso in cui dovesse venire a trovarsi in stato vegetativo permanente o persistente che dir si voglia, rifiuta, ora per allora, qualunque forma di cura, comprese l’alimentazione e l’idratazione forzate.

Una legge canaglia, blasfema e vigliacca - più avanti vedremo i perché - che ha avuto tra i principali sostenitori i parlamentari cattolici, o sedicenti tali. Tutta gente che ricorda molto, molto da vicino, la vecchietta di Sant’Ilario cantata da Fabrizio De André in “Bocca di Rosa”. Quella che non potendo più dare cattivo esempio iniziò a dispensare buoni consigli. E’ il caso del sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, da giovane abortista a trecentosessanta gradi, e oggi, un po’ meno giovane, castigatrice di costumi. Altrui. O dell’onorevole Paola Binetti, che prima ha “sedotto” il Pd per farsi nominare deputato e poi lo ha abbandonato per un nuovo “amore”, l’Udc. Ma gli “alimenti” se li è tenuti tutti per sé.

Legge blasfema - Lo scriptum horridus approvato a Montecitorio è blasfemo perché viola il più inviolabile dei diritti: il libero arbitrio. Un diritto che nemmeno Dio ha voluto condizionare o comprimere. Cosicché – scrive San Tommaso nel Commento alle Sentenze (II Sent., d. 25, q. 1, a. I, ad 3) al libero arbitrio è lasciato il dominio sul suo atto… .

Legge Blasfema - Lo scriptum horridus è blasfemo perché ha un retrogusto di superstizione e trasuda una visione cupa, triste, medievale, della vita. Quella visione secondo cui il dolore e la malattia vano associate al peccato, all’offesa a Dio. Una forma di superstizione di cui fu vittima anche Dante Alighieri. E qual è quei che cade, e non sa como - per forza di demon ch'a terra il tira, chiosa parlando dell’epilessia. E che dire dell’ex vescovo di Viterbo monsignor Lorenzo Chiarinelli, il quale, nel 2008, negò il matrimonio religioso a un giovane rimasto semiparalizzato a seguito di un incidente stradale. Non può procreare - disse più o meno l’alto prelato - quindi niente matrimonio. Piuttosto accetti con cristiana rassegnazione la sua condizione. Non ricorda Gregorio Magno, proclamato santo dalla chiesa cattolica, quando sosteneva che un'anima sana non albergherà mai in una dimora malata?.

Legge Vigliacca - Lo scriptum horridus è vigliacco perché si accanisce contro chi non è più in grado di far valere le proprie ragioni, anche qualora l’avesse espresse per iscritto, e lo costringe a ricevere cure che, in stato di coscienza non avrebbe mai accettato. Si arriva così all’assurdo che proprio i più deboli e indifesi saranno costretti a rimanere “attaccati alla spina” contro la loro volontà e finché lo vorranno le Roccella e le Binetti, ma anche i Fioroni e i Marini.

Ovviamente lor signori se ne fregano se le famiglie, tantissime, che assistono congiunti gravemente malati sono abbandonate a se stesse. Se ne fregano se lo Stato si lava la coscienza con un assegno da 450 euro al mese. Se ne fregano se in molte regioni l’assistenza domiciliare è pressoché inesistente. A loro, le Roccelle e le Binetti, ma anche i Fioroni e i Marini, interessa solo salvare la loro anima e quindi mantenere uno scranno in Paradiso.

Un’ultima considerazione: secondo una recente ricerca, oltre il 75% dei malati terminali muore nelle cosiddette Rsa (residenze sanitarie assistite). Sapete di chi è la stragrande maggioranza di tali strutture…?

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