ANNO 25 n° 116
Eseguita l'autopsia sul corpo di Venzi
Il decesso sarebbe stato causato da lesioni cerebrali causate dalle percosse
Oggi il 22enne arrestato per omicidio volontario sarà interrogato dal Gip
30/09/2015 - 11:03

VITERBO – E’ stata eseguita ieri, nell’obitorio del cimitero di san Lazzaro, l’autopsia sul corpo di Federico Venzi, il 43enne morto sabato mattina a causa del violento pestaggio subito nei pressi della rotatoria del Riello. Il medico Legale Maria Rosaria Aromatorio consegnerà entro un paio di settimane l’esito degli accertamenti eseguiti al pubblico ministro Massimiliano Siddi, titolare dell’inchiesta.

 

Secondo quanto si è appreso, dall’esame autoptico sarebbe emerso che a uccidere Venzi sarebbero state le lesioni cerebrali causate dai pugni e dai calci ricevuti anche mentre era disteso a terra, pressoché esanime.

 

Oggi, la Procura della Repubblica dovrebbe autorizzare la restituzione della salma alla famiglia per la sepoltura. Probabilmente il 43enne, che da alcuni anni risiedeva a Caprarola con la madre, sarà sepolto a Roma, dove vivono i fratelli. Uno di questi, Fabio Venzi, è gran maestro della Grande loggia massonica regolare d’Italia.

 

Mentre era in corso l'autopsia sulla vittima, nel carcere di Mammagialla, Sabato Louis Francesco Battaglia, il 22enne arrestato con l'accusa di aver ucciso Venzi, ha incontrato il suo difensore, l'avvocato Vito Castronuovo di Roma.

 

Il giovane, figlio del killer della camorra Martino Galasso, morto suicida a Viterbo nel 2011, dove viveva sotto false generalità con tutta la famiglia, ha ripetuto al legale quanto dichiarato agli inquirenti, cioè di aver picchiato Venzi perché, alle 4,30 del mattino, evidentemente ubriaco, aveva pesantemente molestato la sua fidanzata e che non aveva intenzione di ucciderlo.

 

Oggi Battaglia sarà interrogato dal gip Stefano Pepe. Il suo difensore dovrebbe chiedere la derubricazione dell'accusa da omicidio volontario a omicidio preterintenzionale.

 

Il 22enne si trova in cella d'isolamento, dove rimarrà per motivi di sicurezza. Si teme che ci possano essere delle ritorsioni nei suoi confronti da parte di detenuti appartenenti a clan camorristici rivali da quello di cui faceva parte il padre, il cui super boss era lo zio del giovane.




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