ANNO 25 n° 117
Domani l'autopsia sulla salma di Anna Maria Cultrera
L’avvocato: “Il mio assistito consapevole che potrebbe marcire in carcere”
15/10/2013 - 04:01

VITERBO – “E’ estremamente lucido e consapevole di quello che ha fatto. Sa di aver compiuto un gesto sbagliato, sbagliatissimo, e perfettamente cosciente che pagherà per quello che ha fatto; che potrebbe passare il resto dei suoi giorni in carcere”.

A parlare è l’avvocato Marco Marcucci, il difensore di Antonio Matuozzo, reo confesso dell’efferato omicidio di Anna Maria Cultrera.

Ieri mattina, nel penitenziario viterbese di Mammagialla, c’era lui ad assistere il 65enne di origini campane durante l’interrogatorio di garanzia sostenuto davanti al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Viterbo Franca Marinelli.

“Il gip ha convalidato l’arresto, non poteva essere altrimenti. Il confronto è durato trenta-quaranta minuti e il mio cliente ha risposto con tranquillità alle domande del magistrato”, ha spiegato Marcucci. “Sostanzialmente ha confermato quanto già affermato durante il primo interrogatorio con l’aggiunta di qualche precisazione, che gli è stata chiesta espressamente dalla dottoressa Marinelli”.

L’avvocato, dal suo studio di Ronciglione, ha anche tenuto a precisare di non essere intenzionato a chiedere la perizia psichiatrica. “Lo ripeto: il mio assistito è lucidissimo nel suo agire. Non ci sono elementi comportamentali che lascino trasparire problemi psichici o infermità mentali”.

Quanto alla strategia difensiva da adottare, infine, è da studiare. “Stiamo valutando se chiedere o meno riti alternativi”.

Sul fronte investigativo, nel frattempo, si scava nelle vite di Anna Maria e del suo carnefice per scoprire il movente.

L’avvocato Marcucci ha lasciato intendere che, in realtà, non ci sarebbe stata una causa vera e propria scatenante l’omicidio, anche perché non si è trattato di un gesto d’impeto ma premeditato.

“Il loro era un rapporto incrinato e ormai logorato”. E’ vero che la povera donna lo aveva invitato più volte a lasciare l’abitazione in cui convivevano e, a volte, “gli faceva pesare la sua presenza”. Una situazione diventata insostenibile per tutti e due. “E’ come se con l’estremo gesto – ha detto Marcucci - avesse voluto alleviare le sofferenze di entrambi”.

Eppure Anna Maria e il suo carnefice si erano amati molto. Nemmeno una bruttissima vicenda giudiziaria risalente ad oltre sei anni fa aveva intaccato il loro rapporto. Vivevano ancora nel Bresciano quando lui venne condannato a tre anni e mezzo di reclusione per una brutta storia di abusi sessuali nei confronti di una parente della vittima. “Su quella vicenda si è sempre dichiarato innocente; anche in sede processuale aveva respinto le accuse”, ha detto l’avvocato, sottolineando che anche in quella circostanza la loro relazione si dimostrò solida. “Lei andava sempre a trovarlo nel carcere di Vigevano dove era detenuto e si scambiavano una fitta corrispondenza”. E, quando uscì dal carcere, tre anni, fa lo riaccolse in casa a braccia aperte. “Escludo che possano esserci legami tra quei fatti e l’omicidio”, ha detto l’avvocato.

Il fascicolo relativo alla vicenda giudiziaria, comunque, arriverà nelle prossime ore nella caserma della Compagnia di Ronciglione e, proprio oggi, è previsto un briefing tra gli uomini del capitano Scotti e il sostituto titolare delle indagini Fabrizio Tucci.

La scena criminis è stata congelata e l’arma del delitto (un coltello dalla lama di venti centimetri) sequestrata. Ma, adesso, c’è da valutare come procedere: sicuramente al civico 23 di via IV Novembre ci sarà un nuovo sopralluogo degli organi inquirenti, anche per trovare riscontri con quanto raccontato da Matuozzo.

Nei prossimi giorni, inoltre, saranno sentiti i parenti di entrambi (compresi i figli avuti da relazioni precedenti). “Li stiamo contattando in queste ore”, hanno fatto sapere i carabinieri.

L’esecuzione dell’esame autoptico sulla salma della donna, infine, è prevista per domani mattina e si svolgerà all’ospedale Belcolle.




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