ANNO 25 n° 117
Divorce Hotel, l'idea di un imprenditore olandese per velocizzare le separazioni
29/05/2012 - 17:24

Fare il check-in della stanza d'albergo da donna sposata il venerdì e uscirne due giorni dopo, divorziata e felice. Il tutto per una tariffa flat (2.500 euro, iva inclusa), che comprende pure le spese legali e il soggiorno in hotel. Succede in uno dei sei “Divorce Hotel” ideati dall'imprenditore olandese Jim Halfens che, dopo aver visto un amico del college rovinarsi la vita per colpa di una dolorosa separazione durata cinque mesi fra litigi e recriminazioni, ha trovato un modo per dividersi senza (troppo) rancore.

L'AMICO - «Il mio amico stava dimagrendo a vista d'occhio – ha raccontato al New York Times - e lui e la moglie litigavano ferocemente ogni volta che si vedevano. Era davvero orribile. Così, vedendo loro, mi sono convinto che doveva esserci un'altra maniera per separarsi». Ovvero, trascorrere un fine settimana in un albergo di lusso in camere separate, dove si è assistiti passo dopo passo da uno stuolo di consulenti finanziari, avvocati e persino psicologi per giungere ad un accordo in due giorni e che soddisfi entrambe le parti.

LA SELEZIONE - Prima di essere ammessi al programma i due divorziandi vengono valutati dallo stesso Halfens e dal suo staff, per capire se abbiano davvero l'intenzione di separarsi in breve tempo e amichevolmente, e in genere passa l'esame solo una coppia su tre. «Una volta lasciato l'hotel, le coppie devono solo andare da un giudice – spiega ancora Halfens che, ironia della sorte, non è sposato, in un video sul proprio sito – e in un paio di settimane il divorzio viene finalizzato». Sono già 17 le coppie che hanno sperimentato i “Divorce Hotel” e tutte, tranne una, si sono dette felici della scelta.

LE TESTIMONIANZE - «La prima volta mi costò 30mila dollari di spese legali e un anno di attesa – racconta un 44enne consulente informatico olandese, già divorziato una prima volta – e mi sono rovinato. Questa volta, però, io e la mia seconda moglie, anche lei già separata, volevamo chiudere in fretta, così abbiamo optato per i “Divorce Hotel” e siamo assolutamente entusiasti dell'esperienza, perchè non è stata affatto sgradevole».

GLI AVVOCATI - Qualche perplessità ce l'hanno però gli avvocati divorzisti. «Mi sarebbe piaciuto inventare una cosa simile – ammette l'avvocato Robert S. Cohen, che ha seguito fra gli altri pure i divorzi milionari di Michael Bloomberg, Christie Brinkley e Ivana Trump – perchè è proprio una grande idea. Ma allo stato pratico non credo che per molte coppie, men che meno per i miei clienti, possa funzionare davvero, perchè arrivare ad un accordo dopo due giorni passati insieme in hotel non mi sembra affatto uno scenario probabile. Infatti, la maggior parte delle persone che divorzia non vuole più rivedersi, a meno che non lo debbano fare per forza». Critiche a parte, Halfens ha comunque grandi progetti per i suoi “Divorce Hotel”: l'anno prossimo uscirà infatti il suo libro e a breve arriveranno in tv anche una serie di documentari e forse pure un reality show, mentre altri alberghi in tutto il mondo si sono mostrati interessati ai “divorzi express”.

corriere.it




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