ANNO 25 n° 107
Da Montefiascone a Dusseldorf per diventare manager di Trivago
Stefano Manzi si è trasferito in Germania 4 anni fa: ha iniziato come stagista
28/06/2014 - 11:26

VITERBO - Stefano Manzi, 31 anni, originario di Montefiascone e con una laurea in Scienze politiche in tasca, è uno di quei giovani che nell’ultimo lustro hanno lasciato l’Italia. E’ arrivato a Dusseldorf, in Germania, come stagista nel 2010 e dopo sei mesi ha ottenuto un contratto a tempo determinato, subito dopo quello a tempo indeterminato. E oggi, dopo solo quattro anni, è Country manager Italia di Trivago, il popolare motore di ricerca gratuito specializzato nella comparazione degli hotel. “Se fossi rimasto in Italia – ha raccontato a TgCom24 – non solo sarei ancora uno stagista, ma avrei ottenuto questa posizione fra non meno di dieci, quindici anni”.

Per chi non lo conoscesse Trivago è un’azienda giovane e in piena espansione, nata nel 2003 dall’idea di tre start upper tedeschi. E’ una piattaforma che riunisce e compara i prezzi di quasi 800mila hotel in tutto il mondo offrendo agli utenti un ricco ventaglio di parametri per trovare con un click l’albergo che meglio risponde alle loro esigenze. Il compito di Stefano è far sì che il team italiano di Trivago e tutta la parte dedicata allo Stivale funzioni sempre meglio. Manzi coordina un gruppo di 28 ragazzi connazionali che, proprio come lui, hanno lasciato il Paese per costruirsi un futuro in un’azienda giovane e dinamica come questa, dove l’età media dei dipendenti si attesta sui 27 anni. Per Manzi è l’ottima preparazione universitaria degli italiani che fa la differenza, perché rispetto ai giovani di altri paesi europei “ci manca la mentalità del business, ma sulla capacità di capire i problemi, sulla creatività e sul senso di responsabilità non ci batte nessuno”.

“Dall’anno scorso – continua Manzi - i curricula che arrivano dall’Italia si sono triplicati, segno che oggi tanti laureati guardano oltre confine senza paura o rimpianti per trovare finalmente un posto di lavoro all'altezza dei propri studi e delle proprie aspettative economiche”. Ma all’estero, non solo sono più ampie le prospettive di carriera rispetto all’Italia, c’è anche una diversa concezione del posto di lavoro. L’azienda, cioè, viene incontro ai dipendenti sotto diversi punti di vista. 'Mollare l'Italia sembra molto difficile – continua a raccontare Stefano al portale di Mediaset - ma dopo la prima settimana trascorsa il distacco è compiuto e puoi guardare avanti. L'azienda viene incontro ai neoassunti che arrivano dall'estero mettendo a disposizione un residence per i primi mesi. Ma è quando trovi un alloggio tutto tuo che vedi la differenza con l'Italia: qui nessuno ha la smania di comprare casa, tutti sono in affitto e con 500 euro al mese riesci ad avere un monolocale, spese incluse. Con la stessa cifra a Roma o Milano pagheresti sì e no una camera, escluse le bollette'.

E poi l’ambiente di lavoro. Già, perché n ufficio ognuno è messo nelle condizioni di dare il massimo. Non ci sono turni rigidi, cartellini da timbrare, si lavora per obiettivi da raggiungere annualmente e sui quali a dicembre si viene valutati dal capo e dai colleghi. Le riunioni si fanno in salette tematiche oppure davanti a un thè caldo in cucina, che tra l’altro c'è a ogni piano. E a fine turno corsi di yoga e tornei di calcetto. “In Italia non potrei mai lavorare in un ambiente altrettanto dinamico ed effervescente', conclude Stefano.




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