ANNO 25 n° 88
''Concorsi per i precari? Anche da domani''
Per Mecorio (Uil) la Regione può già avviare la stabilizzazione
Più scettica Ambrosini (Cgil): ''Ancora non hanno fatto nulla''
12/01/2016 - 10:03

VITERBO – Adesso che la strada, almeno dal punto di vista normativo, è tracciata, bisogna dar fuoco alle polveri. Il cerino acceso ce lo ha in mano la Regione Lazio, che, dopo aver fatto un'analisi dei fabbisogni di personale in collaborazione con le Asl, grazie alle norme contenute nella legge di Stabilità del Governo, potrà dare il via al percorso di stabilizzazione di tutti i precari, medici, infermieri e tecnici, della sanità. Che nella Tuscia sono qualche centinaia e che ogni giorno contribuiscono a garantire servizi essenziali ai cittadini.

 

Dalle parole, quindi, ora bisogna passare ai fatti, secondo Lamberto Mecorio, segretario provinciale della Uil Fpl Viterbo, che per primo negli anni ha portato avanti la battaglia dei precari del comparto sanitario, senza distinzione di tipologia contrattuale. ''Fino a oggi – sottolinea – la possibilità di accedere al concorso era riservata solo al personale che ha avuto contratti a tempo determinato, tagliando fuori dalla riserva del 50%, come abbiamo più volte sottolineato, centinaia di lavoratori precari che rischiavano di non avere più alcuna possibilità di stabilizzazione nonostante avessero tutti i requisiti necessari e derivanti dall’aver prestato servizio presso le strutture sanitarie. Il nostro impegno è stato fin da subito quello di correggere questa stortura che rischiava di introdurre distinzioni tra i lavoratori. Distinzioni prive della benché minima giustificazione. Un atto inammissibile cui abbiamo posto un freno opponendoci in tutte le sedi e proponendo che anche i lavoratori con altre tipologie contrattuali avessero le stesse possibilità. Perché il lavoro è un diritto di tutti, e tutti devono avere le stesse opportunità. Un punto su cui nessuno deve cedere. In nessun modo''. Secondo il sindacalista della Uil, la Regione ha adesso in mano tutte le carte per poter dare il via a breve giro di posta al percorso concorsuale che stabilizzerà i precari. ''I concorsi? La Regione Lazio può indirli anche domani – afferma -, visto che l’impegno di spesa per il personale nel 2016 è stato già approvato qualche mese fa da un decreto del commissario per l'attuazione del piano di rientro della sanità regionale, Giovanni Bissoni. Bisogna solo agire''. E', dunque, a questo punto solo una questione di volontà politica, anche perché per l'analisi dei fabbisogni prevista dal Governo, secondo Mecorio, non ci vorrà poi molto. ''La Asl di Viterbo – conclude il segretario provinciale della Uil Fpl – ha già tutto pronto, abbiamo lavorato da tempo insieme alla costituzione della nuova pianta organica, i numeri su cosa serve sono già chiarissimi''.

 

Fa pressing sulla Regione anche Antonella Ambrosini, segretario generale della Fp Cgil, che sui tempi di reazione dell'amministrazione guidata dal governatore Nicola Zingaretti esprime maggiore scetticismo. ''La Regione Lazio ha sbloccato il veto alle procedure concorsuali – afferma – ma ad oggi siamo messi esattamente come un anno fa, in concreto non si è visto nulla. Parole tante ma fatti ancora niente: il personale è rimasto lo stesso, anzi si è ridotto perché le unità che sono andate in pensione non sono state sostituite. Ausiliari e operatori socio sanitari, poi, di fatto sono figure professionali che non vengono più prese neanche in considerazione, con la Regione che nemmeno risponde più alla Asl quando ne fa richiesta, neanche in deroga. La Cgil ha chiesto alla nuova direzione generale dell'Azienda di affrontare questo problema nella prossima riunione della delegazione trattante, per poi riportare queste istanze sul tavolo dell'ente regionale, dato che la situazione si è fatta insostenibile ormai''. Per quanto riguarda la stabilizzazione dei precari, poi, Ambrosini è ottimista, ma con riserva. ''L'apertura verso il personale con contratto a termine contenuta nella legge di Stabilità è uno spiraglio positivo e va necessariamente visto come qualcosa di buono – conclude la sindacalista della Cgil -. Ma va comunque sottolineato che questa soluzione lascia fuori i professionisti che operano ancora a partita iva, i quali non vengono considerati neanche contratti atipici in quanto hanno una connotazione libero professionale. Di fatto svolgono un lavoro subordinato a tutti gli effetti, timbrano il cartellino e tutto quanto, ma la legge non li include tra i lavoratori da stabilizzare. A Viterbo sono di meno rispetto alle altre province, ma non si può ignorare che esistano''.




Facebook Twitter Rss