ANNO 25 n° 116
Bilancio, la maggioranza apre al dialogo
Le opposizioni registrano nella capigruppo un clima rilassato anche sui tempi
25/08/2015 - 10:20

VITERBO – Bilancio 2015, tempi strettissimi per l’approvazione e tanta voglia da parte della maggioranza di aprire al dialogo. Alla conferenza dei capigruppo di ieri gli uomini di Leonardo Michelini si sono presentati armati di buonissimi propositi verso le minoranze. Quelle minoranze che con i circa 8mila emendamenti presentati rischiano davvero di trasformare in un Vietnam la discussione e l’approvazione. Così come era stato promesso dopo lo strappo maturato con il ''consiglio delle 30 ore'' di fine luglio. Una capigruppo molto serena, con gli esponenti di maggioranza rilassati tutto sommato anche sui tempi della discussione. Un atteggiamento che ha stupito non poco le minoranze.

 

La mole di emendamenti, di tipo nuovo e più complicato da accorpare, impensierisce la maggioranza. Tutto perché la lettera di diffida del prefetto ha fissato una data certa oltre la quale il consiglio non può andare, pena il commissariamento.

 

Negli ambienti dei bene informativi circola un’indiscrezione che andrebbe a spiegare perché il consiglio di giovedì scorso è saltato. In pratica mancherebbe ancora a oggi il parere di legittimità su almeno 2mila emendamenti. Alla maggioranza rimangono due carte: gli accorpamenti e ''la tagliola''. Nel primo caso realisticamente non si riuscirebbe a scendere sotto ai mille, nel secondo sarebbero tutti dichiarati decaduti.

 

La strada accorpamenti non farebbe sparire il rischio dell’impaludamento. Su ogni emendamento infatti ogni consigliere può intervenire per tre minuti, poi c’è un minuto a testa per le dichiarazioni di voto. Anche riducendoli a mille l’opposizione avrebbe a disposizione una prateria di tempo per impaludare l’approvazione. La via della ''tagliola'' è tecnicamente difficile e quindi poco praticabile.

 

Da qui la necessità della maggioranza di costruire un ponte verso le minoranze e giocare la carta del dialogo. Dall’altra parte del fiume si prende tempo, anche se sembra prevalere l’dea del confronto senza sconti.




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