ANNO 25 n° 116
Anche Cafaro finisce in ''Fuorigioco''
L'attuale team manager della Viterbese coinvolto nell'inchiesta
Indagato insieme a Moggi jr per il trasferimento di Sforzini dall'Udinese al Grosseto
27/01/2016 - 11:00

VITERBO – C’è anche l’attuale team manager della Viterbese Luciano Cafaro tra le 64 persone – presidenti, dirigenti, calciatori e procuratori – finiti nel mirino della Procura di Napoli nell’ambito dell’inchiesta ''Fuorigioco'', deflagrata con una raffica di perquisizioni (anche nella sede del Milan) e decreti di sequestro. Cafaro, in particolare, sarebbe indagato insieme all’agente di calciatori Alessandro Moggi (figlio di Luciano) nell’ambito del trasferimento dell’attaccante Ferdinando Sforzini dall’Udinese al Grosseto nel 2011.

 

L’inchiesta, condotta dai pubblici ministeri napoletani Danilo De Simone, Stefano Captano e Vincenzo Ranieri, coordinati dal procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli, è l’ennesima che coinvolge il mondo del calcio, a al netto della buona fede di chi indaga, già in passato è capitato di assistere ad altre azioni poi finite in una bolla di sapone.

 

Secondo gli inquirenti esiste un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte, posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori emerge. In particolare, il meccanismo fraudolento architettato per sottrarre materia imponibile alle casse dello Stato italiano è stato adottato nel contesto delle operazioni commerciali sulla compravendita di calciatori. I procuratori, insomma fatturerebbero in maniera fittizia solo alle società le loro prestazioni, simulando che la loro prestazione professionale fosse nell’interesse esclusivo del club, mentre invece così venivano tutelati gli interessi dei calciatori, loro assistiti. La cifra totale evasa, sempre secondo la tesi di chi indaga, sarebbe di 12 milioni. ''A fronte dei rilevanti importi fraudolentemente evasi la misura patrimoniale del sequestro applicata - dice Piscitelli - ha lo scopo di tutelare in maniera cautelativa le casse dello Stato, facendovi rientrare le somme che illecitamente erano state sottratte al Fisco dagli indagati’’. I compiti di polizia giudiziaria sono affidati alla guardia di finanza.

 

Cafaro ha ricoperto il ruolo di amministratore unico del Grosseto (quando era di proprietà di Piero Camilli) fino al luglio del 2012, quando fu destituito dallo stesso patron e sostituito dall’avvocato viterbese Tonino Ranucci. Dallo scorso agosto è stato chiamato da Camilli come team manager della Viterbese. Ieri era regolarmente allo stadio Rocchi a seguire gli allenamenti (c’era anche il Comandante) e a svolgere le normali funzioni dirigenziali. Al netto della presunzione di innocenza fino all’ultimo grado di giudizio (ma potrebbe anche arrivare prima l’archiviazione) restano da capire il ruolo e le eventuali - e tutte da dimostrare - responsabilità di Cafaro in questa storia.




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