ANNO 25 n° 116
‘’Non è possibile che a Viterbo non
ci sia un teatro funzionante’’
La dichiarazione dell'assessore regionale Ravera durante la presentazione del testo unico dello spettacolo approvato in giunta
19/03/2014 - 16:16

VITERBO – ‘’Non è possibile che a Viterbo non ci sia un teatro funzionante’’. Questo il commento dell’assessore regionale alla Cultura Lidia Ravera nel corso della presentazione del Testo unico dello spettacolo dal vivo e la promozione culturale, approvato ieri dalla Giunta regionale.

A una settimana dalla visita in città del sottosegretario alla Cultura Ilaria Borletti Buitoni, anche la Ravera ha posto l’accento sulla situazione del Teatro dell’Unione di Viterbo, chiuso 2011 per i lavori di ristrutturazione. ‘’ Ci sono dei finanziamenti per portare a termine i restauri che sono iniziati e interrotti. – ha proseguito l’assessore – e tutti devono avere un luogo per consumare e produrre cultura’’.

A breve inizierà l'iter in Consiglio regionale che prevede il passaggio in Commissione cultura, presieduta da Eugenio Patanè e la discussione in Aula: l'obiettivo è incassare l'ok definitivo entro l'anno.

Con il nuovo testo unico la Regione Lazio si impegna non solo a spostare a copertura della legge i 2,1 milioni già inseriti nel bilancio 2014 per finanziare i bandi triennali a sostegno delle rassegne, dei festival di spettacolo e delle officine presentate, ma raddoppia lo stanziamento suddividendo ulteriori 2,3 milioni tra il Fondo Unico per lo Spettacolo dal vivo (2 milioni, uno per la parte corrente ed l'altro milione per gli investimenti) ed il Fondo per la promozione culturale, alimentato dai restanti 300 mila euro. A questi si aggiungerà un Fondo di garanzia per facilitare l'accesso al credito per gli operatori e le imprese che operano nel settore. In tutto, quindi, il Lazio investirà 4,4 milioni di euro per finanziamenti alla cultura.

L’obiettivo del testo è ‘’far germogliare dal basso il tessuto della creatività e dell’iniziativa culturale in tutto il Lazio, non solo intorno a Roma e riconoscere la centralità dell’impresa culturale’’.

 




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