ANNO 25 n° 89
''Voglio andare a pregare in Vaticano''
Lo dichiarò ai poliziotti il 4 giugno scorso l'uomo trovato morto a Capranica
Eseguita l'autopsia, i risultati saranno comunicati al Pm nei prossimi giorni
14/06/2015 - 10:48

VITERBO – ''Voglio andare in Vaticano a pregare''. E’ quanto dichiarò in un italiano stentato ai poliziotti che lo videro vagare di notte vicino a Roma, apparentemente senza meta precisa, l’uomo trovato morto nei pressi dei binari della ferrovia Roma-Viterbo, a un chilometro dalla stazione di Capranica. Non aveva documenti con sé, dichiarò di avere cinquanta anni, di chiamarsi R.W. e di essere cittadino tedesco. I poliziotti gli presero le impronte digitali, lo fotosegnalarono e lo lasciarono andare. Era il 4 giugno scorso. Sette giorni dopo, il pomeriggio dell’11 giugno, fu ritrovato il suo cadavere in fondo a un dirupo in località Pian Cucuzza. Era in avanzato stato di decomposizione, tanto che il volto era irriconoscibile.

 

Il medico legale che, su incarico della Procura della Repubblica di Viterbo, eseguì l’ispezione esterna del cadavere stabilì che la morte risaliva a tre-quattro giorni prima. Ma soprattutto rilevò la presenza di ferite sospette in varie parti del corpo, in particolare alla testa, probabilmente causate da un oggetto contundente. Inoltre, fu riscontrata una grossa tumefazione obliqua tra la spalla e la schiena, provocata da un colpo di spranga o di bastone. Ad avviso dello stesso medico legale, nessuna delle ferite era compatibile con una caduta accidentale nel dirupo o con l’urto di un treno in transito.

 

Ieri, nell’obitorio del cimitero di san Lazzaro a Viterbo, è stata eseguita l’autopsia. I risultati saranno comunicati alla procura nei prossimi giorni. Prima di pronunciarsi, il consulente della procura attende i risultati degli esami istologici. I risultati dell’esame autoptico saranno quindi consegnati al pubblico ministero Massimiliano Siddi, titolare dell’inchiesta, tra alcuni giorni.

 

Intanto prosegue l’attività investigativa degli uomini della squadra mobile, diretti dal vice questore Fabio Zampaglione. In primo luogo l’accertamento dell’identità della vittima. Anche se le impronte digitali corrispondono a quelle dell’uomo fermato il 4 giugno a Roma, resta da verificare se i dati anagrafici forniti ai poliziotti siano reali. Per questo sono state interessate l’Interpol e le ambasciate di Germania e d’Austria. Sebbene l’uomo abbia dichiarato di essere tedesco, alcuni elementi hanno portato gli investigatori a ritenere che in realtà sia austriaco o che comunque sia arrivato in Italia dall’Austria. Domani dovrebbero giungere le prime risposte dell’Interpol e delle ambasciate.

 

Ieri sono stati ascoltati i proprietari di alcuni bar e negozi per sapere se qualcuno di loro avesse visto un uomo apparentemente un barbone, aggirarsi nella zona. Ma le risposte sarebbero state tutte negative. C’è poi da accertare come la vittima è giunta nelle vicinanze della stazione di Capranica. Anche se tutto lascia supporre che lo abbia fatto in treno.

 

In attesa del responso dell’autopsia, la pista più consistente resta quella dell’omicidio. L’uomo potrebbe essere stato ucciso altrove e il suo corpo trascinato sul ciglio del dirupo e spinto giù, verso i binari. Un indizio in questo senso è dato dalla rete di recinzione del fondo che confina con il dirupo, trovata manomessa e abbassata. Forse colui o coloro che hanno commesso il delitto sono passati proprio da lì per nascondere il cadavere.




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