ANNO 25 n° 89
''Viterbo ha meno di ciò che merita''
Vittorio Sgarbi: ''Una città che amo e che ha sfruttato bene l'occasione di Expo
E Fiore del cielo è stata perfetta per quella atmosfera, anche se Gloria è più bella''
09/12/2015 - 09:44

VITERBO – Bisogna premettere una cosa: che il tipo in questione la sa lunga. Nel bene, perché conosce palmo a palmo tutta l'Italia, isole comprese, città e paesi e chiese di campagna e monasteri, e dunque ha una visione del quadro complessiva. E nel male, perché insomma, lui vive anche di questo. Il tipo è Vittorio Sgarbi, che ieri era a Viterbo per inaugurare la mostra di nature morte (La vita silenziosa delle cose) e che a margine ha detto delle cose interessanti. In particolare su come Viterbo ha saputo interpretare lo spirito di Expo.

 

''Portare la Macchina di Santa Rosa al padiglione di Eataly è stata una grande operazione – ha detto il critico d'arte ferrarese – Lì la Macchina ha trovato terreno fertile, e forse neanche si poteva prevedere tanto successo. Fiore del cielo non è bella come Gloria, è un modello più eccessivo, stile Las Vegas, però proprio per questo si è prestata meglio all'atmosfera dell'Esposizione universale, che è stata una fiera spettacolare. Ho avuto modo di vedere Gloria dal vivo, lo scorso settembre, dopo tanti anni che mi ripromettevo di venire a Viterbo per Santa Rosa ma che non riuscivo a fare, visto che in quel periodo l'Italia impazzisce e ci sono duemila appuntamenti, a partire dalla Biennale di Venezia. Ho avuto anche modo di conoscere l'architetto Ascenzi, che Gloria l'ha creata''. E il modellino della Macchina fa bella mostra di sé proprio all'ingresso della mostra, nella cappella palatina.

 

Ma torniamo alle cose milanesi. ''Come città e come amministrazione Viterbo ha avuto coraggio, e ha saputo battere la timidezza e la paura che spesso incute la burocrazia italiana in operazioni così complesse come il trasporto della Macchina a cinquecento chilometri di distanza, il suo assemblaggio e la permanenza per sei mesi – dice Sgarbi – Tutto invece è stato perfetto, era spiegato benissimo, meglio di tante altre cose. Ci può stare poi che la gente non capisca, ma questi sono problemi della gente, appunto. Considerando che all'interno della mostra Tesori d'Italia c'era anche il Salvator Mundi (quadro di Girolamo da Cremona conservato al Duomo, ndr) ecco che il capoluogo della Tuscia ha avuto una visibilità enorme, e intelligente. Altre città non hanno capito come muoversi: hanno preferito fare delle iniziative in loco sperando di attrarre un po' di visitatori di Expo. Sbagliando, perché chi sarebbe andato a Rieti da Milano, per dire? Io stesso avevo chiesto i Bronzi di Riace, ma tutto è scaduto in polemica e non se n'è fatto nulla: ci ha rimesso la Calabria''.

 

Ma torniamo a Viterbo: ''Amo e conosco tutta l'Italia, ma a Viterbo cerco di dare ciò che merita perché in questo Paese ci sono luoghi che non hanno quello che dovrebbero avere. La riapertura del museo civico è un passo, l'esposizione delle due opere di Sebastiano Del Piombo a palazzo papale, o qui a quello dei priori, può essere un altro. E' un'amicizia interessata, diciamo''.

 

Questo è quanto. E adesso non resta che capire quando la Macchina di Santa Rosa tornerà in città. E' rimasta ad Expo dalla conclusione dell'evento (il 31 ottobre) e dal 1 dicembre il Comune è costretto a pagare una penale per ogni giorno di permanenza. Come è stata portata su, bisognerà riportarla giù. Per concludere degnamente una parentesi d'eccellenza tutta in chiave viterbese.




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