VITERBO – Vent'anni senza Raffaele Giorni. Vent'anni sarebbero anche abbastanza per dimenticare, se non si ha l'anima, né il cuore, né il coraggio. Vent'anni in questo caso, nel nostro caso, sono un anniversario doloroso di un ricordo che non è mai scomparso. In chi lo ha conosciuto, e ne ha conservato l'immagine giorno dopo giorno, e in quelli che, specie per le generazioni più giovani, hanno conosciuto Raffaele soltanto nei racconti dei più grandi.

Il 21 gennaio saranno vent'anni dalla sua morte. Un'aggressione vigliacca, con la lama, in una discoteca del Poggino, per mano di un aviere bresciano Massimo Campisi (poi condannato a 22 anni), appena arrivato a Viterbo per sognare la vita militare e invece finito per uccidere un ragazzo come lui, in un delitto che ha segnato un'intera generazione di questa città. Tutto era partito con una rissa da locale, Campisi e altri due che infastidivano Erika, la ragazza di Raffaele. La reazione logica, per istinto di difendere chi si ama, la coltellata vigliacca. La notizia che corre veloce di casa in casa, di bar in bar, la paura di essere tornati a quei maledetti anni Settanta, quando si moriva per un'ideologia.

Così, oggi, chi ha portato con sé il ricordo di Raffaele (il sorriso sempre in faccia, il coraggio, la passione per la politica, il carisma) ha deciso di rendergli onore con un'altra delle cose che amava, la musica. Sabato 16 gennaio, dalle 21 alla sala Gatti, l'associazione Amici di Raffaele ha organizzato un concerto. Si esibiranno Skoll (al secolo Federico Goglio), milanese, interprete di quel rock identitario che ha schiere di estimatori tra i giovani e non solo, e Francesco Mancinelli, cantautore e pensatore ''eretico'' sulle scene ormai dai primi anni Ottanta.

Un concerto che a Raffaele sarebbe piaciuto. Per la musica, naturalmente, ma anche per trascorrere una serata insieme agli amici vecchi e nuovi. Ci sarà anche sabato, Raffale Giorni: presente.