VITERBO – ''Tutto il Lazio è stato penetrato dalla Mafia''. E ancora: ''La verità sul caso Attilio Manca non è stata cercata perché non si deve parlare della latitanza di Bernardo Provenzano''. Sono due passaggi dell’intervista rilasciata da Massimo Ciancimino a Daniele Camilli per Radiocoop76, la web radio di Confcooperative Viterbo, (www.radiocoop76.it) che andrà in onda questa mattina alle 11. La trasmissione sarà replicata domenica e sarà poi disponibile sul canale You Tube e la pagina facebook della radio.

Ciancimino, testimone di giustizia nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, più volte arrestato, è uno che di cosa nostra se ne intende, in quanto figlio di Vito Ciancimino, il sindaco mafioso di Palermo, morto nel 2002, dopo essere stato condannato nel 1002 per associazione mafiosa, truffa e molti altri reati e del quale non è stato mai ritrovato il ''tesoro''. Una montagna di soldi che, molte procure siciliane ritengono sia stato occultato proprio da Massimo.

Attilio Manca, urologo in servizio nell'ospedale di Belcolle, originario di Barcellona Pozzo di Gotto, fu trovato morto nel suo appartamento in via Santa Maria della Grotticella nel febbraio 2004. Secondo la procura della Repubblica è stato ucciso da un’overdose di eroina mista a farmaci. Una conclusione sempre contestata dalla famiglia, secondo la quale, Attilio sarebbe stato costretto ad assistere Provenzano nel suo viaggio a Marsiglia, in Francia, per farsi operare di cancro alla prostata, e poi sarebbe stato assassinato dalla mafia per eliminare un testimone scomodo,

Parlando della presunta trattativa Stato-mafia, Ciancimino junior ha detto ''Trattare con la mafia vuol dire arrendersi. La mafia si batte. Trattando lo Stato ha alzato bandiera bianca''. infine ha ricostruito gli incontri che il padre avrebbe avuto a Roma con Provenzano e delle elezioni politiche del febbraio 2013.