ANNO 25 n° 88
Tutor, indagini prorogate di sei mesi
Alcune persone iscritte sul registro degli indagati, ipotizzata la concussione
11/05/2015 - 10:09

VITERBO – Chiesta la proroga delle indagini sui tutor, i marchingegni che la Provincia vorrebbe piazzare sulle strade più transitate del Viterbese, con il pretesto di indurre gli automobilisti a rispettare i limiti di velocità, ma in realtà servono solo a rimpinguare le casse delle amministrazioni locali. Finora, a titolo sperimentale ne è stato istallato uno solo, sulla Nepesina. E che il tutor fosse un grosso affare per la Provincia e la società che gestisce il servizio si è capito subito: 3.500 multe per eccesso di velocità elevate in un mese. Potenzialmente 42mila l’anno solo sulla Nepesina. E se tanto mi da tanto, una volta piazzati anche su Tuscanese, Cimina, Verentana e Teverina, le multe potrebbero diventare 210mila ogni dodici mesi. Roba da 18-25 milioni di euro l’anno. Alla faccia della sicurezza.

 

Titolare dell’inchiesta è il pubblico ministero Massimiliano Siddi. Tre o quattro le persone iscritte nel registro degli indagati. Tra i reati ipotizzate c’è la concussione, l’equivalente dell’estorsione commessa dal pubblico ufficiale. Nel mirino degli inquirenti sarebbe finita la procedura di affidamento dell’istallazione del tutor sulla Nepesina. Una decisione presa durante l’amministrazione Maroi, scaduta pochi giorni fa.

 

Secondo quanto si è appreso, pochi giorni prima di chiedere la proroga delle indagini, peraltro concessa dal giudice per le indagini preliminari, la procura avrebbe acquisito tutta la documentazione relativa all’installazione dell’unico tutor finora attivo e sul sistema di rilevamento della velocità, probabilmente se verificare il pieno rispetto delle norme in materia. In varie parti d’Italia, infatti, sono stati scoperti sistemi che ''addizionavano'' la velocità delle auto per elevare più multe.

 

A decidere se dare seguito all’istallazione dei tutor, sarà la nuova amministrazione provinciale guidata da Mauro Mazzola. E probabile che il neo presidente decida di non dare seguito alla decisione del suo predecessore. Alcuni anni fa, quando era consigliere provinciale, si oppose all’istallazione degli autovelox sulle strade provinciali e ottenne che al loro posto fossero istallati dei segnalatori di velocità, cioè dei pannelli luminosi che segnalavano agli automobilisti che stavano superato i limiti previsti.




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