ANNO 25 n° 110
Turismo, la carica dei 101 (mila)
I dati della tassa di soggiorno: oltre 100mila presenze, 171mila pernottamenti
e 174mila euro incassati dal Comune. Gli alberghi a 4 stelle sono i preferiti
29/01/2016 - 09:50

VITERBO – Centounomila. Più 233, spicci. Questi sono i turisti che hanno visitato – trascorrendo almeno una notte in una struttura ricettiva – la città di Viterbo nel corso dell’anno 2015. E il dato è ufficiale, fornito dall’ufficio comunale dello Sviluppo economico e attività produttive, il quarto settore. Ufficiale e certo, perché calcolato in base agli introiti derivati dalla tassa di soggiorno. E qui viene fuori il secondo dato: il Comune ha incassato per il 2015 un totale 174.464, una cifra più del doppio maggiore rispetto alle previsioni degli stessi uffici (che al momento dell’istituzioni della tassa avevano ipotizzato introiti per 70mila euro, poi corretti in 100mila dall’amministrazione). I pernottamenti invece sono stati 171.021. La tassa varia a seconda delle strutture in cui si soggiorna: dalle camere in affitto ai bed and breakfast, dagli alberghi ad una stella (che per fortuna dei turisti qui non ci sono) a quelli a quattro stelle, alle case vacanza. Ne sono esentate diverse categorie, dai minori di 12 anni, ai pazienti e accompagnatori di malati, agli studenti: in totale, nel 2015, 5050 pernottamenti non sono rientrati nel pagamento.

 

Vale la pena vedere nel dettaglio quali sono state le strutture ricettive preferite dai turisti che hanno visitato il capoluogo, una panoramica utile anche per capire che tipo di turismo la città dei papi riesce a intercettare. La sistemazione preferita è quella dell’albergo a quattro stelle, con 88.083 pernottamenti (il 51.50 per cento del totale) e 105mila euro incassati. Nettamente staccate le altre soluzioni: il bed and breakfast (12.842 pernottamenti e dunque 12.842 euro incassati, visto che si paga un euro a notte di tassa), l’albergo a tre stelle (12.170 pernottamenti, 13.387 euro incassati), gli agriturismo (10.584 pernottamenti e dunque 10.584 euro incassati), poi via via le case vacanza, le case per ferie, le camere in affitto. Il tutto senza contare il turismo mordi e fuggi, quello di un giorno e via che non lascia traccia nel computo delle tasse ma che comunque spende in ristoranti, bar, ingressi al museo eccetera. E senza contare, naturalmente, l’eventuale evasione, quei pernottamenti non registrati, che pure potrebbero esserci, dando comunque per scontata la correttezza degli operatori turistici locali.

 

Insomma, questi i dati. Come utilizzare i soldi incassati sarà spunto di dibattito in Comune nelle prossime settimane. Di sicuro, il fabbisogno stabilito per il 2015 è coperto, e anzi c’è un surplus di 40mila euro, un tesoretto inaspettato. Intanto, come deciso all’epoca una parte dei soldi andrà a pagare i contributi ai festival e alle iniziative culturali che hanno una convenzione con Palazzo dei priori: da Caffeina a Quartieri dell’Arte, al Tuscia Opera festival. Per queste iniziative i viterbesi non pagheranno più una lira.

 

E anche se non esistono dati precedenti su cui fare paragoni – visto che la tassa è entrata in vigore nel 2015 e prima c’erano soltanto i numeri dell’Istat, elaborati dalla Regione – si possono sicuramente archiviare le polemiche che nacquero al momento della decisione di istituire la tassa di soggiorno. Chi prevedeva fughe in massa dei turisti dalla Tuscia, spaventati dal balzello (di uno o due euro, mica diecimila) è stato smentito. Così come sono state piacevolmente smentite le previsioni di incasso formulate all’epoca dagli uffici e dalla giunta. Che ora hanno un motivo – e tanti soldi – in più da investire per lo sviluppo del turismo. Finalmente senza alibi.




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