ANNO 25 n° 116
Shaymaa, l'araba viterbese contro l'Isis
In 50 dalla Tuscia alla manifestazione romana: ''Il terrorismo non ha religione''
22/11/2015 - 10:10

VITERBO – ''L’Islam non è terrore'', uniti sotto questo slogan i musulmani italiani si sono dati appuntamento ieri pomeriggio in piazza Santi Apostoli a Roma. Una cinquantina sono arrivati da Viterbo, in auto e treno. Tra loro anche Shaymaa Fajed, una giovane che crede negli insegnamenti del Corano.

 

Era lì, con la sua mente e il suo corpo, per dare forza a una fiumana di persone che ha voluto lanciare a tutti un messaggio chiaro: il terrorismo sfrutta la religione per scopi politici e ideologici e i fatti di Parigi, quelli lontani e recenti, non hanno niente a che fare con gli insegnamenti del Profeta.

 

Shaymaa è diretta, senza esitazioni: ''Siamo a Roma per dire no al terrorismo. I terroristi sono nemici degli stessi musulmani''. Questa giovane vive nella Tuscia da anni e su facebook ha aperto una pagina interessante: ''Vita quotidiana di una ragazza musulmana''. Ha 2670 persone che la seguono e anche un canale youtube con 6407 visualizzazioni. All’interno una serie di post che raccontano l’Islam e la vita di chi crede in questa religione. Ha la forza tipica degli adolescenti e le domande spiazzanti della gente della sua età. Gli occhi verdi, la pelle brunata e la compostezza di un popolo con una storia millenaria.

 

Tra i vari video postati spicca uno: ''L’Islam non è terrore''; messo in rete a commento dell’attacco terrorista alla redazione di Charlie Hebdo. Il ragionamento di Shaymaa è lineare: ''Sono musulmana e non riesco a uccidere un’ape. Come potrei uccidere o fare del male a persone innocenti?''. Poi cita il Corano: ''Uccidere un uomo innocente è come uccidere l’intera umanità, salvare un uomo è salvare l’intera umanità''.

 

Queste le parole di Maometto ricordate dalla ragazza che puntualizza: ''La religione del Profeta è di pace, indica anche delle regole da rispettare sul campo di battaglia. Tra cui il divieto di ammazzare i civili e le donne e i bambini. I terroristi non sono l’Islam, ma persone che sbagliano''.

 

La grande manifestazione di Roma, intitolata ''Not in my name'', è nata dal coordinamento sostenuto dalla Coreis italiana (Comunità Religione Islamica) a livello regionale e interculturale tra musulmani italiani, marocchini, pakistani, senegalesi e turchi. Tra i presenti anche diversi italiani, pure di Viterbo, convertiti all'Islam. La giovane viterbese è finita anche in uno scatto sulla home del Corriere della Sera. Tiene in mano un cartello: ''Il terrorismo non ha religione''.




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