ANNO 25 n° 110
Sequestrato il minerale contaminato
L'impianto in cui è stoccato il feldspato estratto in Sardegna è a Gallese
Attesa per l'esito delle controanalisi assegnate al Politecnico di Torino
19/06/2015 - 10:36

CIVITA CASTELLANA - Si allarga l’inchiesta sull’amianto nella ceramica sanitaria del distretto di Civita Castellana. La Procura della Repubblica di Viterbo ha disposto il sequestrato di un deposito di feldspato (il minerale estratto in Sardegna che costituisce una delle principali materie prime dell’impasto ceramico) situato Gallese scalo, di proprietà della Minerali Industriali, una società per azioni con sede a Novara.

 

Il provvedimento è stato emesso subito dopo i risultati delle analisi eseguite dal Centro regionale Amianto della Asl, che rilevavano la presenza della pericolosissima sostanza nel feldspato. La stessa Minerali Industriali, per non bloccare la produzione nell’intero distretto, con ricadute economiche e occupazionali disastrose, si è impegnata a fornire materiale non contaminato alle aziende ceramiche.

 

Entro pochi giorni dovrebbero giungere i risultati delle controanalisi che saranno eseguite dal Politecnico di Torino. Intanto, le aziende del distretto, attraverso le associazioni di categoria, si stanno attrezzando per affrontare la situazione. In tutte le fabbriche sono state innalzate le misure di sicurezza a tutela della salute degli operai. Restano però da risolvere due enormi problemi, lo smaltimento in centri autorizzati del materiale contaminato e fronteggiare le inevitabili ripercussioni che si profilano sul mercato nazionale. Tra l’altro, in Italia, la legge vieta la commercializzazione di qualsiasi prodotto contenente amianto.

 

''Stiamo seguendo costantemente la situazione – dice il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli -, confidiamo che anche questa volta, il distretto ceramico in cui sono coinvolti otto comuni e migliaia di lavoratori, possa superare il difficile momento''.

 

Angelelli precisa poi che i responsabili delle fabbriche di sanitari ''erano completamente all’oscuro della presenza di amianto nel feldspato'', quindi anche loro “sono vittime” della situazione. ''Ritengo – aggiunge – che la stessa impresa che estrae il minerale in Sardegna sia incappata in una vena contaminata dall’amianto senza saperlo. Altrimenti non avrebbe esposto i suoi operai e quelli delle ceramiche a un simile rischio''.

 

Infine, il sindaco ribadisce che ''i prodotti finali sono assolutamente sicuri''. ''La cottura nei forni a circa 1200 gradi – rileva – cristallizza il materiale ed elimina ogni possibilità che le particelle d’amianto possano disperdersi nell’ambiente. Quindi – conclude – i sanitari possono essere acquistati e utilizzati con la massima sicurezza''.




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