ANNO 25 n° 89
Senzatetto, un fenomeno in aumento
Al dormitorio della Caritas passano più di tremila persone l'anno
31/01/2016 - 10:40

VITERBO - I numeri non sono quelli delle grandi città, come Roma o Milano, per ovvi motivi, ma il fenomeno dei senzatetto negli ultimi anni ha fatto registrare un aumento anche a Viterbo. Complice la brutta stagione, con le temperature che in questi periodi dell'anno diminuiscono sensibilmente soprattutto di notte, sono sempre di più quelli che bussano alla porta della Caritas per trovare riparo.

 

Nel 2014 hanno passato la notte nel dormitorio della Caritas diocesana di Viterbo 223 persone, 91 italiani e 132 stranieri, per un totale di 3094 pernottamenti. Una media di quasi 9 persone a notte, all'interno di una struttura che ha sei posti letto per le donne e dieci per gli uomini. ''Ma non bastano mai - spiega don Roberto Burla, direttore della Caritas diocesana di Viterbo -, ultimamente siamo sempre al completo, pieni tutte le sere. Per quanto riguarda le donne, per esempio, di solito mediamente prima erano occupati due o tre posti letto. Adesso abbiamo dovuto aggiungere anche qualche brandina perché altrimenti non si riesce a contenere tutti. Per gli uomini lo stesso, i letti sono dieci ma ci sono sempre dodici o tredici persone che pernottano''.

 

''Del 2015 i dati definitivi ancora non ce li abbiamo, li stiamo predisponendo - ma posso dire che di diverso rispetto al passato ci sono non tanto i numeri dei pernottamenti, che sono o uguali o un po' più alti, quanto la loro durata. Prima, infatti, di norma rilasciavamo permessi per il dormitorio che duravano qualche giorno. Nel 2015 invece ci sono state persone che hanno dormito da noi per qualche mese''. Un fenomeno che si fa via via più stanziale, dunque, piuttosto che occasionale. E che vede il suo picco in questo periodo dell'anno. ''Questi sono i mesi più critici, per via del freddo - continua don Burla -. L'altra notte c'era una donna che dormiva per strada davanti al dormitorio, allora le abbiamo proposto di entrare per metterle un tetto sopra la testa''.

 

Il dormitorio della Caritas diocesana di Viterbo costa circa 80mila euro l'anno e offre un punto di riferimento a tante persone che vivono le situazioni più disparate. Storie di ordinaria disperazione. ''Ci sono quelli che sono proprio poveri, che non hanno né risorse per campare né più un posto dove andare - racconta ancora don Roberto -. Poi ci sono i vagabondi, quelli che per scelta girano senza meta, oppure persone che hanno problemi, che sono malate, senza riferimenti, che magari si sono allontanate per qualche motivo dalle famiglie e che anche se una casa propria ce l'hanno non vi possono fare ritorno. Spesso si tratta anche di uomini e donne che hanno perso il lavoro e sono finiti nel tunnel delle dipendenze: su di loro va fatto anche un lavoro di recupero. L'impegno con queste persone è veramente gravoso, ma quando riesci a fare qualcosa per loro, il sorriso di gratitudine che ti regalano ti ripaga di ogni sforzo, di ogni sacrificio''.

 

Da quando c'è il dormitorio della Caritas, che insieme alla mensa si trova in piazza San Leonardo (il centro di ascolto e la sede della struttura, invece, sono a piazza Dante) non ci sono stati più morti tra i senza tetto nella città dei Papi. ''Dieci o dodici anni fa l'ultimo fu Chris - ricorda don Roberto Burla -, per cui purtroppo non ci fu nulla da fare. Dopo la sua morte aprimmo il dormitorio e casi simili non si sono più registrati. Tre anni fa salvammo uno straniero, senza fissa dimora, che era malato e dormiva per strada la notte di Natale. Lo abbiamo accolto è fatto ricoverare in una struttura sanitaria, dove poi purtroppo è deceduto diversi mesi dopo, ma per cause naturali''.

 

Tutto questo lavoro a sostegno di chi vive senza avere un posto fisso dove tornare sarebbe impossibile senza i volontari che quotidianamente si mettono a disposizione della Caritas. E senza la solidarietà della gente. ''Siamo sempre alla ricerca di fondi, proprio in questo momento stavo scrivendo delle lettere per cercare di trovare qualche risorsa - ammette don Burla -. Le nostre attività si mantengono con parte dell'8 per mille che ci fa arrivare la curia vescovile e con le offerte e le donazioni dei privati. Che, devo dire, sono tante: lo scorso anno, per fare un esempio, abbiamo speso 20mila euro di offerte in aiuti destinati a quanti, tanti, ogni giorno vengono a chiederci non solo un pasto e un letto, ma un contributo per pagare le bollette, l'affitto, per comprare da mangiare. Parliamo di 200 famiglie che hanno manifestato difficoltà di questo tipo, e non sono certo poche. Il numero di chi chiede una mano è sempre più alto - conclude - ma la divina provvidenza ci aiuta e alla fine in un modo o nell'altro a dare una risposta positiva ci proviamo sempre''.

 

Il fenomeno dei senza tetto, comunque, non si esaurisce con la Caritas, che fa comunque il grosso del lavoro e lo fa in modo egregio e con grande impegno. Vanno infatti considerati, anche se è impossibile censirli, pure quelli che per scelta decidono di non ricorrere all'aiuto della struttura diocesana: a Viterbo associazioni che assistono i senza tetto per le strade, sulla falsa riga dei City Angels delle metropoli americane, non ci sono e può capitare di incontrare qualcuno che dorme su una panchina o un marciapiede. ''Associazioni che fanno assistenza notturna per strada non ce ne sono, ma c'è la Caritas e ci sono privati cittadini che si mettono a disposizione dei senza fissa dimora - afferma in conclusione Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale e profondo conoscitore del mondo dell'associazionismo viterbese (è stato in passato delegato al volontariato, ndr) - e che magari li aiutano senza che si sappia. Inoltre, a Viterbo le associazioni spesso intervengono a favore dei senza tetto con raccolte di indumenti o altri beni destinate proprio a queste persone''. Attraverso la Caritas o meno, dunque, Viterbo si dimostra una città sensibile a dare una mano a chi non ha neanche un letto dove andare a dormire la sera.




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