ANNO 25 n° 89
Scalo della Tuscia? L'ipotesi è Tarquinia
Potrebbe sorgere sull'ex area dell'Aeronautica, a 2,5 km dall'autostrada
14/11/2013 - 04:01

TARQUINIA - L'aeroporto della Tuscia, semmai decollerà, non lo farà da Viterbo ma da Tarquinia. Sta infatti riprendendo corpo una vecchia idea lanciata dal sindaco della città costiera Mauro Mazzola e accolta con un certo snobismo dai più. Tranne dall'ex ministro Giuseppe Fioroni. Un'ipotesi invece sostenuta fuori provincia sia dall'ex sindaco di Civitavecchia Gianni Moscherini,che dall'attuale Pietro Tidei. 

Nel giugno 2007, con una lettera inviata all'allora ministro dei Trasporti Alessandro Bianchi (Governo Prodi) e al presidente della Regione Lazio dell'epoca Piero Marrazzo, il sindaco Mazzola propose la candidatura di Tarquinia, individuando nel vecchio aeroporto militare sulla Provinciale Litoranea la sede ideale ad ospitare lo scalo. (Mauro Mazzola: ''Propongo Tarquinia quale sede ideale dell’aeroporto'')

Il 26 gennaio 2013, quando lo scalo di Viterbo era stato già affossato, Fioroni, durante una conferenza tenuta insieme al segretario provinciale del Pd Andrea Egidi, accusò l'amministrazione comunale di aver ''ucciso'' l'aeroporto di Viterbo, e propose di realizzarlo in una ''terra di mezzo''. Tarquinia, appunto. ''Resta una sola possibilità per avere lo scalo aeroportuale - disse Fioroni -, inserirlo in un vasto programma di sviluppo territoriale, basato sull'ulteriore crescita del porto di Civitavecchia, il completamento della Trasversale Nord, il conseguente decollo del Centro Merci di Orte. Un programma che dovrebbe superare i confini della Tuscia per abbracciare anche la provincia di Rieti, prima o poi accomunate in un unico destino''.

E subito dopo aggiunse: ''Dobbiamo puntare alla nascita di una 'terra di mezzo', tra i due mari, che partendo dalle grandissime potenzialità del porto di Civitavecchia, coinvolga i territori circostanti''. In pratica, l'ex ministro propose una sorta road map che, partendo dallo sviluppo dello scalo marittimo anche nel settore mercantile, reso possibile da un fondale e un retroporto senza eguali in Italia, che si spinge fino a Tarquinia e Montalto di Castro, possa accelerare il completamento della superstrada Orte-Viterbo-Civitavecchia, favorendo di conseguenza l'effettivo decollo del Centro merci di Orte, che potrebbe diventare davvero uno dei sei nodi di scambio nazionali. ''E un porto in grado di far attraccare navi mercantili di grandissimo cabotaggio – aggiunse – non potrebbe fare a meno di un aeroporto a breve distanza. 




Facebook Twitter Rss