ANNO 25 n° 116
Raccolte oltre 1000 firme in due giorni
In tantissimi chiedono al sindaco Michelini di salvaguardare l'attuale gestione
17/07/2015 - 11:12

VITERBO – Boom per la petizione ''Firma e difendi il Bagnaccio''. Oltre mille le sottoscrizioni raccolte in due giorni. Tutto sulla piattaforma change.org dove un fruitore del sito termale ha lanciato un appello che fotografa nel dettaglio la situazione che si è aperta negli ultimi giorni. E chiede ai cittadini di firmare la lettera indirizzata al sindaco Leonardo Michelini.

 

''l territorio di Viterbo è contraddistinto dalla ricchezza di sorgenti termali – così il messaggio lanciato -. Nonostante le sue ricchezze termali siano state ampiamente e intelligentemente sfruttate nel periodo della Roma Imperiale, e anche prima, l'ultimo secolo è stato caratterizzato da un profondo disinteresse nei confronti di questa grande realtà. Recentemente alcuni progetti di termalismo ecosostenibile, a basso consumo di acqua sono stati avviati ma fortemente contrastati dalla macchina politica e dalla burocrazia.

 

Il Parco Termale del Bagnaccio è la punta di diamante del termalismo ambientale ecosostenibile del viterbese, e rappresenta un modello da prendere a esempio, per fruire di quello che la natura ci offre senza depauperare il territorio.

 

Con profondo dolore e rammarico avvisiamo tutti gli amici e amanti del Parco Termale del Bagnaccio di tutta Italia, che, con provvedimento dirigenziale in data 10 luglio 2015, il Comune di Viterbo, del tutto arbitrariamente, ha disposto la chiusura immediata della saracinesca del pozzo comunale che alimenta le vasche ordinando al direttore delle miniere di provvedere a detto incombente.

 

A causa di questa scelta si lasciano a secco oltre tremila fruitori abituali che arrivano a Viterbo da tutta Italia, Austria e Germania, oltre che ad un numero elevato di fruitori occasionali, oltre ai pellegrini della Via Francigena che qui trovano riposo e sollievo''.

 

Intanto la situazione resta sospesa, dopo l’incontro tra amministrazione e responsabili dell’associazione che gestisce il sito è passata la linea di una proroga e che la convenzione in realtà è da considerarsi scaduta a due anni dall’attivazione. Attivazione che non è da considerarsi con la data di firma della stessa ma con l’effettiva apertura del pozzo. Questo significa che fino ai primi di agosto tutto funzionerà come prima e nel frattempo la diplomazia dovrà fare il suo lavoro, per trovare un’intesa ragionevole.




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