ANNO 25 n° 89
''Prestazioni private alla Nuova Santa Teresa''
Lo chiedono i lavoratori alla Regione con un sit-in in piazza del Comune
20/12/2013 - 04:01

VITERBO – Una firma per incalzare la Regione Lazio a far sì che la Nuova Santa Teresa sia autorizzata a fornire anche prestazioni private.

E’ questa l’ultima iniziativa, in ordine di tempo, dei dipendenti della struttura sanitaria viterbese che sper tutto dicembre in piazza del Comune sensibilizzeranno i cittadini sui benefici che porterebbe alla collettività la loro richiesta e chiederanno una firma per sostenere le loro ragioni . Il sit-in si svolgerà tutti i giorni dalle ore 9 alle 19 .

I dipendenti della clinica stanno ancora lottando contro il tempo per ricevere regolarmente gli stipendi. Nei mesi scorsi la Regione sbloccò i fondi e solo questo permise di non accumulare troppe mensilità arretrate che, come più volte sostennero i lavoratori, stavano piegando le loro famiglie.

Da allora La Pisana sta erogando regolarmente i contributi dovuti, anche se il ritardo accumulato precedentemente pone in dipendenti nella condizione di vantare ancora un paio di stipendi arretrati.

''Ma con l’erogazione puntuale dei fondi regionali – fanno sapere i loro rappresentanti – la situazione è tornata più o meno sostenibile. Quello che ci preoccupa, invece, è il futuro e la stabilità del posto di lavoro. Per questo stiamo mettendo in piedi una serie di iniziative per chiedere con forza alla Regione Lazio di concedere alla clinica, dopo quattro anni dalla sua apertura, l’autorizzazione per fornire prestazioni private. Sarebbe questo, e solo questo, lo snodo per stabilizzare i posti di lavoro e, contemporaneamente, aumentare in città e in provincia l’offerta sanitaria di qualità''.

''La clinica Nuova Santa Teresa infatti – continuano i lavoratori - è una struttura all’avanguardia, dotata delle più moderne apparecchiature che potrebbero offrire prestazioni sanitarie di altissimo livello. Continuando così, al contrario, rischierebbe addirittura la chiusura. Noi siamo circa 50 dipendenti che rischiano il posto di lavoro, ma non va sottovalutato il numero di posti di lavoro potenzialmente persi, che invece potrebbero nascere in un momento in cui la disoccupazione è in costante aumento''.

''Perché - si domandano i lavoratori - questi posti di lavoro vengono ignorati? Per la città di Viterbo e per la sua provincia è inaccettabile perdere l’opportunità di usufruire di una struttura che non si vuole porre in contrapposizione con la sanità pubblica ma, al contrario, vuole essere al servizio dei cittadini e rappresentare un valido supporto a tutta la popolazione. Per questo chiediamo aiuto a tutti affinché la Regione Lazio rilasci questa autorizzazione''.




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