ANNO 25 n° 110
Paga imposta con un giorno di ritardo, dalla Regione 2mila euro di multa
E' accaduto ad un'azienda viterbese per un fatto che risale al 2008
18/01/2014 - 08:03

VITERBO – Storie di ordinaria burocrazia. La burocrazia che, secondo un sentire sempre più diffuso, aspetta al varco imprese e cittadini e non per spianargli la strada .

La storia è quella di un’azienda viterbese che dopo cinque anni si è vista recapitare dalla Regione Lazio una multa di 768,67 euro per aver pagato un’imposta con un giorno di ritardo rispetto alla scadenza prevista.

LA VICENDA – Le aziende che vendono gas sono obbligate a versare entro il 31 di ogni mese (il 30 per i mesi che hanno 30 giorni) gli acconti per le addizionali, tranne a dicembre che vanno versati il 27. Nel 2008 essendo il 27 dicembre un sabato, la data si spostò al primo giorno feriale successivo, così come prevede la legge; in quel caso al 29, un lunedì. In occasioni analoghe tutto era sempre andato per il verso giusto ma quella volta lo spostamento di data rispetto alla routine mensile sfuggì all’azienda, che però se ne rese conto immediatamente e pagò quanto dovuto, 6mila 400 euro, martedì 30. Il ritardo c’era stato ma il titolare dell’azienda si ritenne anche fortunato ad essersene accorto subito visto che – pensò - un solo giorno di ritardo, oltretutto comparandolo con tutti gli altri pagamenti fatti sempre con regolarità, la Regione lo avrebbe attribuito alla classica svista. Come in effetti era stata. Nella peggiore delle ipotesi – fu il suo ragionamento – ci sarà una sanzione di qualche decina di euro.

LE CONSEGUENZE – Dopo cinque anni, invece, la sanzione è arrivata e non è stata di qualche decina di euro ma della bellezza di 2048,67 euro. Entro sessanta giorni – ha fatto poi sapere la Regione Lazio - ‘’l’utente può definire la controversia in via agevolata con il pagamento di un importo minore rispetto a quello sopra indicato (2048,67 euro, ndr) pari a 768, 67 euro’’. Come dire: pagate una multa del 12 per cento rispetto all’imposta versata di 6mila e 400 euro e zitti, già vi è andata bene.

CONCLUSIONI – Sarebbe facile tirare in ballo ostriche e champagne, i festini o lo sperpero di consiglieri che con i finanziamenti pubblici ai partiti regionali ci hanno fatto sposare perfino le figlie. Oppure quello che varie procure stanno ancora portando alla luce o ancora quello che dice Er Batman-Fiorito, uno che se ne intende, il quale asserisce che nulla è cambiato da quando fu lui al centro dello scandalo.

Ciò che rimane è lo sconforto di una burocrazia sorda e cieca, oltretutto in un momento difficile dove non ci sarebbe davvero bisogno di essere beffati dalle istituzioni. Cosa che invece sembra accomunare un po’ tutti, imprenditori e cittadini.

Intanto aumenta il divario tra la cosiddetta società civile e la politica e questa non è mai una buona notizia.




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