ANNO 25 n° 110
Occhio, è in azione la ''banda del sasso''
Simula l'incidente dello specchietto lungo le strade poco frequentate e se non viene risarcita subito con i contanti deruba gli automobilisti
16/07/2014 - 11:46

VETRALLA – Agisce lungo strade poco frequentate, le sue vittime preferite sono le donne che viaggiano da sole e, preferibilmente, a bordo di utilitarie. Si tratta di una coppia, non ancora individuata dalle forze dell’ordine, che ha messo a punto una versione più cruenta della classica truffa dello specchietto. Più cruenta perché per rendere credibile l’incidente, quando incrociano l’auto presa di mira, usano anche il ''sonoro'', cioè aprono il finistrino e lanciano un sasso addosso alla carrozzeria. E se non ottengono il risarcimento richiesto, derubano la vittima prescelta.

L'ignaro automobilista, sentendo il rumore del corpo contundente sulla carrozzeria, è istintivamente portato a fermarsi e qualora non lo facesse, viene inseguito e invitato ad accostare con il lampeggio dei fari. ''Ma non ti sei accorto che hai beccato in pieno il nostro specchietto?'' dicono i due mostrando il retrovisore rotto, che è lì chissà da quanto tempo. ''Non hai sentito il rumore dell’urto?'' aggiungono. Poi cominciano a trattare il risarcimento. Guai a proporre loro di sottoscrivere il Cid (constatazione amichevole d’incidente). Vogliono contanti e subito. E chi tentasse di ribellarsi, magari affermando di non avere contanti, viene derubato.

La ''banda del sasso'' ha colpito, in senso letterale, tre o quattro volte nei dintorni di Vetralla. La loro prima vittima è stata una donna che viaggiava insieme con la nipotina di 5 anni. Nei pressi del convento di Sant’Angelino ha incrociato un'altra auto che viaggiava in senso inverso. Quando le due vetture erano affiancate ha sentito un rumore sordo (era il sasso lanciato contro la sua utilitaria). La donna ha dapprima rallentato e poi ha ripreso il viaggio. L’altra auto con a bordo la coppia, ha invertito la marcia e l’ha inseguita facendole segno con i fari di fermarsi. Quando ha accostato, dall’auto sono scesi un uomo e una donna che hanno inscenato la storia dello specchietto. E subito le hanno chiesto di risarcire il danno. Lei ha risposto di non avere contanti e si è detta disposta a denunciare l’incidente all’assicurazione. Loro hanno replicato che invece i soldi li aveva eccome (probabilmente la seguivano da tempo e l’avevano vista effettuare un prelievo al bancomat). Infine i due si sono allontanati bofonchiando. La malcapitata pensava che avessero rinunciato al risarcimento, ma si è dovuta subito ricredere: una volta rimontata in auto si è resa conto che le avevano rubato la borsa. Non le è restato che recarsi nella caserma dei carabinieri di Vetralla e sporgere denuncia.

Dopo di lei la ''banda del sasso'' ha preso di mira almeno un altro paio di persone. Tanto che la voce si è sparsa nei paraggi. Infatti, quando ci hanno riprovato gli è andata male. Hanno ripetuto la pantomima con un uomo che, avendo raccolto il passa parola, era in preallarme. E quando, nei pressi del Foro Cassio, ha sentito il rumore del sasso lanciato contro la sua auto ha tirato dritto. E non si è fermato nemmeno quando la coppia, lampeggiando i fari, gli faceva segno di fermarsi. ''Mi devono venire dietro fino alla piazza di Tre Croci – ha pensato l’uomo – così ci saranno dei testimoni e potranno essere individuati'. Ma non appena l’auto ha varcato le prime case del centro abitato, gli inseguitori hanno preso un’altra strada e sono spariti. Ora ad essere inseguiti sono loro. Dai carabinieri.




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