VITERBO - Irregolarità sulle procedure di affidamento dei servizi di raccolta e trasporto rifiuti. Per questi motivi la procura di Viterbo ha sottoposto all'obbligo di dimora nella sua abitazione di Treviso Cristian Comin, trentottenne amministratore delegato della Gesta ora indagato per i reati di turbativa d'asta e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente privato.
La storia parte cinque anni fa: nel mirino ci sono oltre 26 gare, tutte bandite da comuni del Lazo tra il 2010 e il 2013 e dal valore di centinaia di migliaia di euro, tutte truccate e influenzate da ufficiali corrotti. Ad aggiudicarsele era sempre e solo la Gesta, impresa del nord con sede legale a Trevignano,
Peccato che, secondo quando accertato dalle intercettazioni disposte a dagli investigatori, a favore dell'azienda si sarebbero verificati diversi favoritismi: una funzionaria comunale e un consulente della stazioni appaltanti, in particolare, avrebbero anticipato a Comin le bozze dei capitolati di gara e i criteri di valutazione della commissione aggiudicatrice, oltre a inserire clausole favorevoli alla stessa Gesta.
La concorrenza, in questo modo, era impotente e il manager riusciva ad assicurarsi il servizio in tutta tranquillità. La raccolta di rifiuti in diversi comuni del viterbese aveva portato alla Gesta un appalto da 3 milioni e mezzo di euro in cinque anni. Un servizio gestito, tra l'altro, in maniera non certo ottimale, se si considera l'incarico era stato revocato lo scorso dicembre '''per gravi inadepienze'' a seguito della tante lamentele dei cittadini causate dall'immondizia che si accumulava in giro.