VITERBO – Non sarebbe stato tra i dipendenti della ditta edile Luciano Pacioni, l’operaio di sessantadue anni morto sabato scorso a Pescia Romana. Lo avrebbero accertato gli ispettori del lavoro che il giorno prima dell’incidente avevano eseguito un controllo nel cantiere. Secondo quanto si è appreso, gli ispettori avrebbero riscontrato che il cantiere era in regola e le misure di sicurezza rispettate, ma, come detto, Pacioni non era presente e non risultava tra gli operai.
L’uomo, residente a Pescia Romana, è caduto in uno scavo profondo circa quattro metri, eseguito per realizzare le fondamenta di un edificio. Secondo quanto rilevato dagli ispettori della Asl e dai carabinieri di Pescia Romana, Piacioni era su un terrapieno che ha ceduto precipitando nello scavo e rimanendo sepolto sotto alcuni metri cubi di terra. E’ stato soccorso e trasportato in Eliambulanza al policlinico Gemelli di Roma, dove è deceduto dopo un paio d’ore.
Questa mattina dovrebbe essere eseguita l’autopsia disposta dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia, competente per territorio. Sull’incidente è stato aperto un fascicolo e tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati. Si tratta del proprietario del terreno, del titolare della ditta subappaltatrice dei lavori e del responsabile della sicurezza del cantiere.
Il cantiere, dopo il sopralluogo dei tecnici del Servizio prevenzione e igiene nei luoghi di lavoro della Asl e dell’Ispettorato del lavoro, è stato posto sotto sequestro.