ANNO 25 n° 116
Natale, 1225 nuovi fuorisede in viaggio
Aumentano all'Unitus gli studenti che provengono dal resto d'Italia
23/12/2015 - 09:44

VITERBO - Natale, partenze e ritorni. È questo il periodo dell’anno in cui treni e aerei si riempiono. Ogni passeggero ha il suo motivo, ognuno la sua destinazione. C’è chi torna dall’estero, chi si sposta per lavoro o chi, magari, se ne va in vacanza per aspettare Santa Claus al sole. E poi ci sono gli studenti. Quelli fuorisede. Riconoscibili a colpo d’occhio, perché trascinano immense valigie e poi borse e zaini e tracolle, che, presi dalla frenesia per il treno in partenza, si dirigono alla fermata con l’eccitazione di chi non sta nella pelle di tornare a casa, dalla famiglia.

 

Anche a Viterbo è questa l’aria che si respira, soprattutto se si butta un occhio alle stazioni di porta Romana e porta Fiorentina, verso la terza settimana di dicembre. Sono in molti gli studenti fuorisede dell’Unitus che alla fine del semestre lasciano la città, per farvi poi ritorno ad anno nuovo. E durante le feste, è anche la città un po’ a sentire la mancanza di chi è partito: il mercoledì universitario si sospende, molte associazioni si fermano e non è raro sentir dire, dagli studenti che invece a Viterbo ci abitano: ''Stasera non si esce, tanto non c’è nessuno''.

 

Non è un caso, d’altronde, se negli ultimi anni Viterbo ha cominciato a essere etichettata come città universitaria, soprattutto da quando molti dipartimenti sono stati riavvicinati al centro storico (come il Distu, dipartimento di studi linguistico-letterario, storico-filosofici e giuridici, a San Carlo). E il merito è anche del notevole incremento di iscritti, soprattutto fuorisede.

 

Basta dare uno sguardo al sito dell’anagrafe nazionale studenti: la Tuscia compare fra quegli atenei che hanno una percentuale di iscritti fuorisede superiore rispetto a quelli viterbesi. Esempio pratico: nell’anno accademico 2014-2015 sono stati 888 gli iscritti in sede contro 1225 fuorisede. In tanti vengono dal Sud e scelgono soprattutto le facoltà di Lingue e Agraria.

 

Il dato, inoltre, fa riflettere anche su quella che è la considerazione dei viterbesi della propria università. Sembra (anche se non dovrebbe accadere) che per alcuni l’Unitus sia rimasta ancorata a delle valutazioni di trenta o quaranta anni fa. Ma la verità è un’altra. Non a caso, infatti, nel 2012, nella graduatoria dei migliori atenei italiani stilata da Il Sole24 ore, la Tuscia è arrivata decima con uno scarto considerevole sulla sua diretta avversaria, ovvero la Sapienza di Roma.

 

Non stupisce, dunque, se qualcuno ha iniziato a guardare l’Unitus anche al di fuori delle mura viterbesi. Un motivo c’è e gli ultimi 1225 iscritti che sono arrivati da poco a Viterbo avranno avuto le loro buone ragioni. Ma ora siamo quasi a Natale, e, si sa, è tempo di partenze e di ritorni. Non rimane che prendere il treno e pensare al 2016, quando la città tornerà a essere ripopolata da chi Viterbo l’ha scelta come seconda casa.

 




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