ANNO 25 n° 89
Medioera o della principessa rapita
>>>>>>>>>>>>>> di Massimiliano Capo <<<<<<<<<<<<<<
24/03/2014 - 09:24

di Massimiliano Capo

 

Cari venti lettori, da oggi la rubrichinapunk cambia veste e racconterà di Medioera, il festival dedicato alla cultura digitale che si svolgerà a Viterbo dal 30 aprile al 4 maggio presso la Sala Regia del Comune.

 

La mia redattrice fashion mi ha chiesto di scriverne perché io Medioera lo organizzo insieme ad altri tre amici di cui dirò tra poco ormai da cinque anni e quindi, secondo il suo autorevole e indiscutibile parere, chi può parlarne meglio di me?

 

Allora, intanto cominciamo col dire cosa è Medioera.

 

C’era una volta una mattina di cinque anni fa e come in tutte le favole era una bella mattina, di quelle col sole forte, l’aria che stava cambiando, il profumo della vita sempre più intenso perché a primavera fa così, e insomma noi eravamo lì, io Mauro Marco e Claudio e tutti e quattro mentre ci stavamo perdendo in chiacchiere giocavamo con l’Iphone fresco di uscita e allora era tutto un turbinio di prova questo e poi questo e poi questo ancora e poi così si fa e scatta una foto e ad un certo punto Mauro dice ma perché non organizziamo una cosa per raccontare questo mondo in cui tutti ci stiamo dentro e che però nessuno dice dove andrà a finire e nemmeno lo immagina?

 

Ci siamo guardati, come nelle favole fanno i cavalieri quando il Re li chiama e gli dice andiamo che c’è da conquistare il castello di quel principe, tipo quello che ti ha rapito la principessa ragazzina dai capelli rossi e allora tu sei incazzato e vuoi riprendertela perché l’amore prima di tutto e allora pronte le spade, pronti i cavalli, si salta in groppa e si va.

 

Ecco noi, con un po’ meno enfasi e senza cavalli, ci siamo guardati e abbiamo detto, proviamoci.

 

E allora abbiamo cominciato a pensare al nome e ne abbiamo detti tanti e in quel casinatissimo brainstorming alla fine qualcuno ha detto Medioera e ci è sembrata una bella sintesi tra il Medioevo della nostra bella Viterbo e l’era dei media (digitali), cioè l’ecosistema in cui siamo immersi da mane a sera.

 

Insomma, l’idea c’era, il nome anche, mancava tutto il resto.

 

E su tutto il resto abbiamo lavorato un paio di mesi, mettendo insieme, santo Facebook, un programma fatto di ospiti autorevoli e, dopo aver scelto una piazza del centro storico per montare il palco e metterci le sedie, siamo partiti.

 

E alla fine ci è piaciuto così tanto che abbiamo pensato da subito alla seconda edizione e abbiamo deciso di scegliere una piazza più grande, di chiamare più ospiti, di organizzarci meglio, insomma avevamo voglia di crescere.

 

E allora la piazza era piena di sedie e di corner e di banda larga e di giochi di luce: un salotto digitale in pieno centro. E anche questo ci è piaciuto cosi tanto che abbiamo cominciato a pensare alla terza edizione che eravamo ancora lì a smontare la seconda.

 

E, pensando pensando, siamo arrivati a mettere insieme un programma fitto di ospiti e di cose da fare e il lavoro intorno al festival è cresciuto di intensità e poi ancora e ancora.

 

Eravamo così stanchi alla fine di quella settimana che ci siamo guardati in faccia e ci siamo chiesti se ne valesse la pena. Sì, perché quando si cresce, e si cresce rapidamente, certe domande uno se le fa e fa anche bene a farsele, per non perdere mai di vista l’obiettivo. E noi volevamo raccontare il mondo che cambia intorno a noi. Le storie, vecchie e nuove, che il digitale ha rimesso in circolo e inventato.

 

Perché a noi interessavano e interessano le storie. E Medioera è nato per raccontare delle storie. Le storie di chi nell’ecosistema digitale ci è nato e di chi ci si è trovato e si è reinventato e ridisegnato diverso da prima. Anche profondamente diverso da prima.

 

Ecco, Medioera vuole raccontare il piacere del mutamento, con tutti i suoi casini, ma dando spazio al piacere della trasformazione, disegnando una mappa provvisoria delle identità mobili che ci circondano.

 

E allora visto che raccontare è la cifra del Festival, lo scorso anno abbiamo deciso di spostare Medioera nella Sala Regia del Comune, un luogo più raccolto e che ci ha dato da subito la piacevole sensazione di essere davvero giusto per riflettere tutti insieme e mettere insieme quelle energie positive che tanto ci piacciono e di far dialogare gli affreschi con lo streaming, il passato denso di storia e memoria con gli hard disk, le carte geografiche della Tuscia affrescate sulle pareti tutte intorno con Google Maps e via dicendo fino a finire metafore e incastri possibili aprendone sempre di nuovi perché se la rete è fatta di nodi noi quei nodi vorremmo toccarli tutti.

 

E quest’anno continueremo a navigare nello stesso mare aperto chiamando a raccontare questo viaggio chi lo ha intrapreso con la stessa nostra curiosità e ne ha fatto un pezzo della propria vita, professionale e non.

 

Ce la stiamo mettendo tutta come sempre. Voi, carissimi venti lettori, preparatevi a venire.

 

Per il programma appuntamento alla prossima settimana.

 

Stay tuned.




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