ANNO 25 n° 116
Medici precari, rinnovo tra le incertezze
Prorogati i contratti a progetto, esclusi dalla stabilizzazione, ma dubbi sul futuro
07/01/2016 - 10:10

VITERBO - Rinnovo del contratto sì, ma con ancora tante incertezze. È il destino che per il 2016, anno a tutti gli effetti di transizione in questo frangente, attende circa 120 lavoratori della Asl di Viterbo, tutti medici che prestano già servizio in diversi settori della sanità viterbese - dal pronto soccorso in su - e che sono inquadrati con forme contrattuali atipiche, per lo più con rapporti di lavoro a progetto di differenti tipologie.

 

Tali contratti sono stati rinnovati lo scorso 31 dicembre dalla direzione generale della Asl per tutti i 12 mesi del 2016, e questa è di per sè una buona notizia, ma la proroga non risolve comunque il problema dell'incertezza sul futuro per questi medici che nella pratica contribuiscono a garantire servizi sanitari essenziali per i cittadini, ma che tuttavia non rientrano al momento nel percorso di stabilizzazione disposto dal Governo (col decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 6 marzo 2015) e attuato dalla Regione Lazio. Quella pratica concorsuale, infatti, sarà riservata esclusivamente ai lavoratori a tempo determinato.

 

Dal 2017 per co.co.co e co.co.pro. saranno vietate le proroghe: entro il 2016, quindi, va trovata una soluzione per evitare non solo di mandare a casa 120 professionisti con ormai anni di esperienza alle spalle, ma anche, cosa ben più seria, di lasciare scoperti i servizi di cui si occupano. Della questione si era interessato qualche giorno fa anche il segretario della Uil Funzione pubblica, Lamberto Mecorio.

 

Ricostruendo nello specifico la vicenda, tra questi lavoratori a progetto ci sono medici che lavorano per la Asl di Viterbo anche da più di un decennio. Fino a due anni e mezzo fa esercitavano in libera professione, emettendo fattura all'Azienda sanitaria locale viterbese, ma col Governo Letta tali rapporti di lavoro sono stati considerati inammissibili per la pubblica amministrazione in quanto assimiliabili a consulenze esterne troppo onerose. Da qui la trasformazione dei loro contratti in co.co.pro, anche se va detto che c'è molto poco di progettuale nel lavorare al pronto soccorso, o al dipartimento di salute mentale, o in sala operatoria, o al servizio veterinario, e così via: tali medici, come già detto, sono infatti impiegati in tutti i reparti nei diversi comparti della sanità pubblica della Tuscia. Per il 2016 continueranno a lavorare, ma dal primo gennaio 2017 per loro dovrà venire trovata una soluzione, dato che le disposizioni del Governo Renzi (col DPCM 6 marzo 2015), recepite dalla Regione Lazio a novembre scorso, non prevedono che contratti a progetto possano essere ulteriormente prorogati.

 

Si tratta di un problema non di poco conto, considerando la quantità di medici interessati e i settori delicati in cui vengono attualmente impiegati. Rispetto alle altre province del Lazio, nell'Azienda viterbese i contratti co.co.pro. rappresentato infatti un numero molto più consistente. Al momento non si intravedono all'orizzonte altri provvedimenti del Governo al riguardo, ma sia alla Pisana che alla Cittadella della salute di Viterbo una soluzione nei prossimi dodici mesi dovrà essere trovata. Ne va dell'efficienza dei servizi, ma anche della dignità del lavoro di circa 120 medici che rischiano sennò di diventare precari più precari di altri, dal momento che ad oggi risultano esclusi da ogni possibile percorso di stabilizzazione attuato invece per i loro colleghi inquadrati con altre forme contrattuali.




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