ANNO 25 n° 88
L'esperienza al Milan day camp e la coppa ricevuta da Pierino Prati
I ragazzi del Tss hanno vinto un torneo organizato dalla società rossonera
01/04/2014 - 12:58

VITERBO – Un week end rossonero al fianco dei campioni che hanno fatto la storia del Diavolo. I piccoli del Milan junior camp organizzato dalla Tss (società viterbese di servizi sportivi che allestisce i camp di San Martino al Cimino e di Perugia) si sono aggiudicati il torneo riservato ai ragazzi nati tra il 2000 e il 2001 del Milan day camp, manifestazione voluta dalla società di via Aldo Rossi per premiare i migliori ragazzi che frequentano le scuole estive rossonere. I ragazzi provenivano da 38 paesi diversi, un melting pot favorito dal calcio: c’erano italiani, brasiliani, finlandesi, asiatici. Ognuno di loro a caccia di una maglia, di un autografo di un sorriso da chi ha vestito la maglia del Milan. L’amministratore delegato Adriano Galliani ha fatto gli onori di casa insieme al capitano Franco Baresi, a Christian Brocchi, a Daniele Massaro, a Pierino Prati. Gente che ha fatto la storia del calcio oltre che del Milan e che sfrutta l’occasione per tramandare la passione per lo sport più bello del mondo.

Il Milan day camp si è sviluppato in due giornate: quella di sabato 29 dedicata ai nati negli anni 2000 e 2001 e quella di domenica 30 per i bambini fino a 10 anni. Dopo i match del sabato tutti a vedere la Primavera di Pippo Inzaghi, sul campo adiacente a quello della manifestazione e la sera a San Siro per vedere Kakà e Balotelli che giocano contro il Chievo e fare passerella durante l’intervallo sul prato della Scala del calcio. Il giorno dopo spazio ai più piccoli, ma non per questo meno responsabilizzati: infatti le loro gare erano autogestite, senza arbitro.

E i ragazzi del Tss hanno partecipato alle due giornate vincendo la prima e meritandosi gli applausi durante la seconda. Momenti che difficilmente dimenticheranno i ragazzi del camp targato Tss e che racconta il tecnico Luciano Siddi: “Sono stati due giorni bellissimi – attacca – un’organizzazione perfetta sia per noi tecnici che per i ragazzi che hanno avuto la possibilità di condividere questa gioia insieme alle loro famiglie. La nostra squadra era composta dai ragazzi segnalati al Milan per le loro qualità tecniche e comportamentali a cui sono stati affiancati brasiliani, cinesi, finlandesi. In tutto eravamo in quindici e ci siamo divertiti molto”.

Si cresce e si fa amicizia anche con un pallone: “All’inizio i gruppi erano divisi - spiega Siddi -, ognuno stava per conto suo. Poi quando abbiamo iniziato a giocare l’intesa è venuta spontanea, c’è stata compenetrazione dell’interesse. E’ bastato un gesto delle mani o della testa e i ragazzi anche se parlavano lingue diverse hanno subito fatto amicizia”.

E poi la coppa, il trofeo ricevuto dalle mani di Prati, bomber degli anno ‘60 e ‘70 che segnò una tripletta in finale di coppa campioni contro l’Ajax al Bernabeu: “Fantastico anche quel momento. C’erano anche Galliani, Baresi, Brocchi, Massaro. Tutti molto disponibili, hanno firmato decine di autografi, si sono mesi in posa per le foto. In questa maniera danno l’esempio per i più giovani. E’ importante che le società di un certo livello organizzino manifestazioni di questo tipo. I più piccoli devono imparare che per diventare campioni non è necessario avere solo talento, ma questo deve essere accompagnato dalle doti umane che sono imprescindibili”.




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